Se dovesse passare il disegno di legge presentato questo mese da un parlamentare, gli scontrini in California potrebbero avere i giorni contati . Anche nello stato più popoloso ed ecologicamente progressista dell’Unione, al termine di ogni transazione commerciale i commercianti sono tenuti a fornire ricevute d’acquisto.
Ogni giorno milioni di scontrini vengono staccati da centinaia di migliaia di stampanti. Presi assieme rappresentano tremila tonnellate di rifiuti all’anno. Né si tratta di materiale riciclabile, dato che la particolare carta termica per microstampanti è rivestita di uno strato reattivo che genera l’immagine quando riscaldata dalle testine dei registratori di cassa. La patina lucida su un lato della carta è data dal bisfenolo, il composto termoreattivo che può interferire con il sistema endocrino e nervoso. Tracce di bisfenolo sono presenti nell’orina dell’81 per cento degli americani e studi del Center for disease control hanno mostrato che i livelli possono essere il 30 per cento in più nei commessi.

Secondo il disegno di legge presentato dal parlamentare Phil Ting di San Francisco, le ricevute in California potrebbero presto venire spedite unicamente per via elettronica; la stampa dello scontrino cartaceo verrebbe consentita unicamente qualora venisse espressamente richiesta dal cliente. «La maggior parte della gente pensa che questi foglietti possano essere riciclati, ma non è così». Con un costo minimo, afferma il parlamentare, si potrebbero risparmiare ogni anno 10 milioni di alberi e gli 80 miliardi di litri d’acqua necessari alla produzione della carta oltre ad evitare l’immissione nell’atmosfera di 100 mila tonnellate di anidride carbonica, equivalenti alle emissioni di un milione di automobili.

Se la legge dovesse passare, a partire dal gennaio 2022 la stampa degli scontrini verrebbe sanzionata, dopo due avvertimenti, con una multa di 25 dollari per infrazione (fino a un massimo di 300 dollari in un anno). Le sanzioni piuttosto lievi non sono pensate per essere punitive ma per indurre alla «modifica del comportamento».

La legge ricalca provvedimenti simili, quali il bando delle cannucce di plastica, entrato in vigore lo scorso autunno. Da novembre ristoranti e bar in California hanno il divieto di servire bibite con cannucce sintetiche – a meno, anche qui, che il cliente non ne faccia espressa richiesta (anche se dal provvedimento sono per ora esenti i fast-food). Gli effetti dopo un paio di mesi si stanno già facendo sentire: cominciano a circolare sempre più numerose le cannucce biodegradabili e si cominciano a vedere in giro le cannucce multiuso di acciaio (simili alle bottiglie e termos che molti usano invece delle bottigliette di plastica). Intanto grandi catene come Ikea, Starbucks e alcune compagnie aeree hanno annunciato l’intenzione di abbandonare volontariamente le cannucce di plastica.

La riduzione dei materiali monouso è una strada che la California intende perseguire – e se necessario difendere in tribunale da un’amministrazione, quella di Donald Trump, non certo incline o favorevole ad iniziative ambientaliste. E la dimensione politica è sicuramente contenziosa. Il Wall Street Journal non ha perso tempo nell’assalire la proposta come un attentato all’autonomia dei commercianti, denunciandola come la solita intemperanza dell’ambientalismo «estremista». D’altra parte non è la prima volta che le lobby industriali attaccano misure ecologiche. Dopo l’approvazione della legge che ha vietato l’uso di sacchetti di plastica in negozi e supermercati, un’associazione di produttori di plastica denominata Progressive bag alliance ha raccolto le firme necessarie per un referendum che avrebbe abrogato la legge. Solo dopo la sconfitta del referendum è entrata in vigore la legge (prima anche questa nel paese) che ha tolto dalla circolazione circa 35 milioni di sacchetti fino ad allora utilizzati ogni giorno dai consumatori ed eliminato tonnellate di rifiuti dalle acque e dalle spiagge californiane (una diminuzione pari a circa il 10 per cento dei rifiuti di plastica). Oggi i californiani hanno riscoperto l’uso delle sporte in tessuto per fare la spesa. I sacchetti per le verdure sono biodegradabili e quelli disponibili – a pagamento – alla cassa sono unicamente di carta.

La legge anti scontrino potrebbe avere simili effetti e non farebbe in fondo che sancire la tendenza sempre più diffusa fra i commercianti verso l’uso di ricevute virtuali emesse a seguito di pagamenti già effettuati in percentuale sempre maggiore per via elettronica.