Le atlete diventeranno sportive professioniste anche dal punto di vista contrattuale. La commissione Bilancio del Senato ha approvato ieri un emendamento alla legge di bilancio che le equipara agli atleti maschi, estendendo le tutele previste dalla legge sulle prestazioni di lavoro sportivo. E ha introdotto un esonero contributivo al 100% per tre anni a favore delle società che stipuleranno con le atlete contratti di lavoro sportivo. L’emendamento alla manovra, approvato al Senato, porta la firma dell’esponente Pd di Palazzo Madama, Tommaso Nannicini che, nelle ultime settimane è stato sostenuto dall’associazione calciatori (Aic) guidata da Damiano Tommasi. «Sono molto soddisfatto – ha detto Nannicini – perché è un primo passo concreto per fare in modo che le atlete che dedicano la propria vita e il proprio lavoro allo sport abbiano le stesse tutele dei loro colleghi maschi. Ringrazio l’Aic e tutte le atlete dei diversi sport che si sono mobilitate per sostenere questo emendamento. La battaglia continua, perché l’emendamento prevede un incentivo per le società le cui federazioni decidono di passare al professionismo, attraverso uno sgravio contributivo per tre anni al 100% fino a un tetto di 8 mila euro».

La battaglia contro il razzismo e le discriminazioni di genere sono entrate di forza anche nel mondo del calcio femminile. L’ambiente è stato scosso da commento sul Guardian scritto da Eni Aluko, calciatrice anglo-nigeriana in forza quest’anno alla Juventus: «C’è un problema con il razzismo e nel calcio italiano. Ed è la risposta ad esso che mi preoccupa davvero, da parte dei proprietari e dei tifosi del gioco maschile che sembrano vederlo come parte della cultura del tifoso». «In Italia c’è una discriminazione di genere che non permette a nessuna atleta di essere professioniste» ha detto solo pochi giorni fa la capitana della nazionale femminile e della Juventus, Sara Gama. A quanto pare, almeno a un problema si è cercato di trovare una soluzione.

La legge di bilancio continua a cambiare nel frattempo. Sarebbe pronta una nuova modifica alla dibattutissima tassa sulla plastica, la vera protagonista di una manovra modesta che fa parte di quello che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha definito il «5%» di un provvedimento che ammonta a oltre 30 miliardi. In questo bicchiere d’acqua il governo non sembra trovare pace. La misura ora dovrebbe colpirà i prodotti monouso in tetrapack, a differenza di quanto era stato disposto nell’ultima modifica. Ma l’importo dell’imposta dovrebbe scendere, dai 50 centesimi ai 45 centesimi al chilogrammo. Il provvedimento ha sollevato altre critiche dal mondo delle cooperative: «Non ha alcun effetto positivo sull’ambiente mentre avrà un forte impatto negativo sugli investimenti delle imprese e sull’occupazione» sostiene Mauro Lusetti, presidente Alleanza Cooperative.

Mentre la tela di Penelope continuava ad essere fatta e disfatta per rispondere alle esigenze delle categorie scontente, rendendo più probabile l’approdo in aula della manovra all’inizio della prossima settimana, si è raggiunto un accordo sulla fine dello sconto in fattura per i lavori di casa che sfruttano eco e «sisma-bonus». E su un bonus per le mamme che non riescono ad allattare al seno: arriverà un contributo fino a 400 euro l’anno per l’acquisto del latte artificiale. Il «reddito di cittadinanza» sarà «congelato» per chi sarà assunto a tempo determinato, per la durata del contratto, per incentivare i beneficiari ad accettare anche lavori brevi e con redditidefiniti «marginali».