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Calce e canapulo, l’intonaco isolante sperimentato da Yahya

La storia Maratoneta fin dalla sua adolescenza in Marocco, Yahya vive da decenni in provincia di Rieti con la famiglia. È intonacatore e piastrellista, con una lunga esperienza. Ricorda i materiali naturali […]

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 15 febbraio 2018

Maratoneta fin dalla sua adolescenza in Marocco, Yahya vive da decenni in provincia di Rieti con la famiglia. È intonacatore e piastrellista, con una lunga esperienza. Ricorda i materiali naturali che fanno parte della tradizione edile del suo paese, ad esempio il tadelakt, un rivestimento murale a base di calce, brillante e impermeabile, usato negli hammam.

Ma in Italia, solo da poco la strada lavorativa di Yahya ha incrociato la bioedilizia, le sue tecniche e le sue materie prime. In particolare l’intonaco calce-canapa, che ha capacità isolanti e traspiranti. La calce idraulica, o quella aerea o il grassello, vengono miscelati al momento dell’uso con gli steli sminuzzati della pianta della canapa, ovvero il canapulo, per ora commercializzato da poche aziende; come i relativi mattoni, adatti a fare muri e tramezzi non portanti.

In un casolare sabino da ristrutturare, Yahya ha applicato per la prima volta questo intonaco innovativo, che ha soddisfatto sia le sue attenzioni ecologiste sia le sue esigenze professionali. Il prezzo, però? «Dai calcoli sul rapporto fra quantità necessaria e prezzo, risulta che al metro quadrato questo intonaco costa meno di quello a base di calce e cemento» conclude il maratoneta. Aggiungiamo: meno muffe, più salubrità, più isolamento, più salute per il lavoratore, l’ambiente e l’abitante. (M.Cor).

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