Sono stati 155.697 i nuovi casi Covid ieri in Italia su 1.039.756 tamponi, tasso di positività in lieve calo al 15%. I decessi 389. In discesa sia i ricoveri ordinari che le intensive: in rianimazione ci sono 20 pazienti in meno per un totale di 1.645 letti occupati; i ricoveri ordinari calano di 148 unità, 19.853 in tutto; 2.684.955 i pazienti in isolamento domiciliare. La regione con il maggior numero di casi è stata la Lombardia (25.098) seguita da Veneto (18.998), Emilia Romagna (16.142) e Lazio (13.467). Cala al 17% la percentuale di terapie intensiva occupate da pazienti Covid in Italia mentre resta al 31% in area medica.

IL CENTRO EUROPEO per il controllo delle malattie avverte: «La variante Omicron si sta diffondendo con tassi di infezione 3 volte superiori al picco più alto registrato finora in pandemia. Il numero molto elevato di infetti sta esercitando una pressione significativa in molti paesi a causa dell’aumento dei ricoveri e della carenza di personale per malattia. Bisogna aumentare l’adesione al vaccino tra le persone scoperte e a offrire il richiamo a tutti gli adulti idonei». A ieri mattina, il 90,41% della popolazione italiana over 12 ha fatto la prima dose, l’87,31% ha fatto anche il richiamo e il 79,87% pure la terza. Nella fascia 5-11 (che ha iniziato per ultima) il 29,86% ha fatto la prima dose, il 9,88% la seconda. Se tra i più piccoli si punta a migliorare la copertura, nelle altre classi d’età è più complicato.

LA FONDAZIONE GIMBE nel report del giovedì rileva, infatti, un crollo dei nuovi vaccinati negli ultimi 7 giorni. Nella settimana dal 19 al 25 gennaio sono stati 355.309, quasi il 31% in meno rispetto ai 514.324 della settimana precedente (dove si era fatta sentire la spinta delle nuove regole sul green pass). Il 43,9% dei neo vaccinati è rappresentato da bambini tra i 5 e gli 11 anni (in flessione rispetto alla settimana precedente con un meno 35,6%); gli over 50 sono scesi a 96.957 (meno 25,6%). Al 18 gennaio, evidenzia Gimbe, sono ancora 7,8 milioni le persone senza nemmeno una dose: 2,58 milioni nella fascia 5-11 anni e 724mila della fascia 12-19, che influenzano la sicurezza delle scuole; oltre 2 milioni sono over 50 («il vero tallone d’Achille che alimenta i ricoveri in area medica e in terapia intensiva»). Oltre 1milione 400mila sono nella fascia 40-49; un milione circa tra i 30 e i 39 anni.

LO STALLO per l’elezione del presidente della Repubblica ha messo il freno alla riorganizzaione delle norme anti Covid, ma i tecnici sono comunque a lavoro sui temi individuati dalle regioni. Se Abi e sindacati hanno stabilito che, fino al 28 febbraio, nelle zone rosse e arancioni l’accesso in banca avverrà con appuntamento (garantite le esigenze non programmabili solo per operazioni di cassa), la scuola resta in attesa di disposizioni che mettano ordine nel caos. I ministeri della Salute e dell’Istruzione potrebbero emettere tra oggi e la prossima settimana una circolare per uniformare le regole tra le scuole primaria e secondaria: con la positività di più studenti si dovrebbe passare all’autosorveglianza e non più alla quarantena. E il ritorno in classe dei guariti solo con tampone e non più con certificato del medico.

IL SOTTOSEGRETARIO COSTA ieri ha spiegato: «C’è la volontà di superare il sistema a colori, potrebbe restare la sola zona rossa come livello di attenzione per gli ospedali ma senza le restrizioni per vaccinati o guariti. Ed evitare la dad per gli studenti vaccinati. Ma per queste misure serve modificare dei Dpcm, e quindi serve un Consiglio dei ministri». Gimbe: «Bene il superamento del sistema dei colori, sì alla sospensione del contact tracing considerando che con l’incidenza causata da Omicron non è sostenibile. No invece alla classificazione dei ricoveri Covid (eliminando gli asintomatici ndr) e alla revisione delle misure sulla sorveglianza sanitaria dei positivi. Così come non va l’ipotesi di ridurre i giorni di isolamento dei lavoratori dei servizi essenziali senza accertarne la negatività con tampone. Inoltre, in caso di positività al tampone, lo studente deve essere isolato indipendentemente dallo status vaccinale».