Il bollettino del giorno mostra numeri contraddittori come avviene spesso quando si avvicina il picco di un’ondata. Ci sono 192 mila nuovi casi, in linea con i giorni precedenti, e 27 persone in meno ricoverate in terapia intensiva. Ma crescono le persone ricoverate (+52) e rimangono elevati i decessi: ieri sono stati 380 e l’indicatore è destinato a salire almeno per un po’ anche quando i contagi inizieranno a calare sul serio. Ancora alto, anche se non sui livelli record di ieri, il numero di tamponi effettuati: quasi 1,2 milioni.

Il diverso andamento dei ricoveri tra pazienti gravi e non potrebbe spiegarsi con l’alternanza delle varianti, secondo Clelia Di Serio, ordinaria di Statistica medica all’università Vita-Salute di Milano: «La maggioranza dei pazienti in intensiva sono colpiti dalla variante Delta e sono in gran parte non vaccinati – spiega Di Serio – mentre la Omicron nella gran parte della popolazione, che è vaccinata, difficilmente porta a polmonite con la necessità di ricovero in intensiva. Dunque, man mano che prevale Omicron, calano i ricoveri in intensiva». Secondo i dati raccolti nei 20 ospedali-sentinella dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso), nei reparti di rianimazione il 62% dei ricoverati non è vaccinato. La stessa Fiaso fa sapere che complessivamente un terzo dei ricoverati positivi è in ospedale per altre patologie. In terapia intensiva, i «positivi con Covid» e non «per Covid» sono solo il 10%. Nel campione, aumentano del 27,5% in una settimana i ricoverati under 18. Un terzo di loro ha meno di 6 mesi e circa il 7% sono in terapia intensiva.

Scoppia intanto un caso all’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. L’ospedale ha annunciato che i pazienti non vaccinati dovranno attendere prima di sottoporsi a interventi «non urgenti». «Lo facciamo per la loro sicurezza» spiega il direttore sanitario del gruppo San Donato Fabrizio Pregliasco. «L’indicazione data ai medici è di fare una valutazione complessiva su rischi e benefici dell’operazione per paziente. Nel caso dei fragili e dei non vaccinati, in questo momento i rischi potrebbero essere maggiori». (an. cap.)