Marco Calamari è un ingegnere e un consulente in ambito di privacy e Computer Forensics, specializzato come application architect e archeologo di software legacy. Si definisce un appassionato di privacy e crittografia, ha contribuito ai progetti FOSS Freenet, Mixmaster, Mixminion, Tor e GlobalLeaks, ma più di tutto è il fondatore del Progetto Winston Smith e cofondatore del Centro Hermes.

Su Punto Informatico scrive la rubrica Cassandra crossing. Dal 2002 organizza il convegno e-privacy, dedicato alla privacy fuori e dentro la rete: l’edizione 2018,che si terrà a Bologna a inizio giugno, sarà proprio incentrata su la bolla informativa e le fake news.

La storia Facebook-Cambridge Analytica è l’incubo distopico che si avvera o la nuova frontiera della comunicazione politica?

In realtà è la nuova frontiera della comunicazione politica. Mentire nella comunicazione politica avviene dai tempi delle poleis, è normale che si manipoli l’elettorato anche attraverso la menzogna. Si sa, ce lo si aspetta e gli anticorpi per gestire questo tipo di comunicazione li abbiamo. La nuova frontiera, invece, porta questo tipo di comunicazione a un livello impercettibile, dove invece di mentire si raccontano le cose vere che si vogliono sentire.

È in questo senso che siamo di fronte alla nuova frontiera della comunicazione politica, ma bisogna usare un termine diverso: non è comunicazione, è manipolazione, pericolosissima perché usa un’arma potente e impercettibile. Per vederla bisogna guardare cosa stanno facendo gli algoritmi di Facebook, o chiedere un accesso completo a Cambridge Analytica e vedere cosa hanno combinato. Oltretutto non è una cosa nuova in quanto tale, pensiamo ai messaggi subliminali.

Chi saranno le prime vittime della storia che unisce Facebook a Cambridge Analytica?

Inizialmente a fare le spese di questa storia saranno i ricercatori del settore dei big data che non avranno più accesso a nessun dato dei social network: per un bel periodo tutti avranno una gran paura. Facebook per primo non darà più un byte a nessuno, sicuramente non per le elezioni politiche.

Detto questo, siccome la cosa ha una convenienza per tutti, si troveranno modus operandi più o meno espliciti e legali e questa prassi si diffonderà sempre più. Tutti i politici vogliono capire come usare al meglio quest’arma con la paura di rimanere indietro rispetto agli altri. Senza bisogno di giustificarla dal punto di vista teorico, è una china di convenienza lungo cui tutti scivoleremo: come vittime, come carnefici, come spettatori terzi, o convinti di essere terzi.