Per risollevare l’acidula marmellata che è la sanità calabrese arriva il commissario Mostarda. Dopo il valzer degli addii (da Cotticelli a Gaudio passando per Zuccatelli) è il direttore dell’Asl Roma 6 il prescelto dal ministro Speranza per il posto di commissario ad acta. Gradito al Pd romano (Zingaretti in primis) ma anche dal centrosinistra calabrese, a puntare su di lui sarebbe stato soprattutto il ministro all’Economia Guialtieri.

Gli ultimi a rifiutare l’incarico erano stati l’ex prefetto di Roma Paolo Tronca e l’ex colonnello della Guardia di Finanza Federico D’Andrea. Entrambi hanno addotto motivi familiari. Ma più verosimilmente hanno pesato motivazioni di natura politica. Quella poltrona di commissario scotta ed è rovente. In troppi si sono bruciati in questo lungo decennio.

Dall’ex presidente Scopelliti, da allora finito persino in carcere, al generale Cotticelli è stato uno stillicidio di figuracce. Ora tocca a Mostarda. Che non è calabrese essendo nato ad Anagni nel1962, già direttore sanitario alla Asl Rm/H, laureato in Medicina e chirurgia con specializzazione in neuropsichiatria infantile e management, è stato dirigente psichiatra alla Asl Rm/C e alla Asl di Frosinone. Si è occupato della gestione straordinaria e temporanea dell’Ospedale Israelitico di Roma ed è docente presso il corso di laurea Infermieristica della Sapienza di Roma.

Su di lui grava un enorme peso: quello di rimettere in sesto una sanità allo sbando con un debito monstre e con una pandemia che ha ingolfato il sistema ospedaliero. Troverà per l’emergenza Covid il supporto di Gino Strada ed Emergency già al lavoro da qualche giorno. Ma anche la stessa ong milanese sta trovando già non poche difficoltà sin dall’inizio tanto è confuso e allo stremo il comparto.

I quattro ospedali da campo promessi a Strada si sono già ridotti della metà. Già persi sul nascere quello di Locri e quello di Vibo. Nel mentre non si placa la contestazione di piazza. Lunedì durante la conferenza stato regioni 300 persone avevano manifestato a Catanzaro, davanti alla sede della Cittadella regionale, per sollecitare soluzioni per sanità e occupazione.

Tante e composite le rivendicazioni dei manifestanti, tra i quali i militanti dell’Usb e di altre organizzazioni sindacali, di movimenti di sinistra, ambulanti, tirocinanti della giustizia. Tra le rivendicazioni il no agli ospedali da campo per privilegiare la sanità pubblica rispetto a quella privata e l’apertura degli ospedali dismessi, garanzie su misure economiche che sostengano le imprese e l’occupazione e un reddito universale anticovid. I comitati di salute pubblica ora attendono al varco il commissario Mostarda.