Fonti accreditate raccontano che la proposta gli è giunta nei giorni scorsi. Sarebbero stati il vicesegretario dem Peppe Provenzano e il responsabile enti locali Francesco Boccia (con i buoni uffici del commissario del partito calabrese, il casertano Giuseppe Graziano) a chiamarlo con l’offerta «choc»: la partecipazione alle primarie del centrosinistra. In pratica, un’investitura alla candidatura alla presidenza di regione. Perché se Luigi de Magistris decidesse di farle, le primarie le vincerebbe.

Il sindaco di Napoli è in campagna elettorale ormai da cento giorni e corre come un treno. Il suo polo civico ha inglobato la sinistra sociale di Mimmo Lucano e la destra populista di Carlo Tansi, ambientalisti e operatori del volontariato, testimoni di giustizia antindrangheta e professori dell’Unical, sindacalisti e sindaci oltre a una pletora di consiglieri comunali. Una mezza dozzina di liste già in campo. Mentre i dem non riescono ancora a far digerire il nome del proprio candidato (Nicola Irto) ai 5 Stelle, de Magistris gira in lungo e in largo la regione e miete consensi. Prendiamo il sindaco di Santa Maria del Cedro, Ugo Vetere. Lui, già «oliveriano» (l’ex presidente di regione) e poi «tansiano» della prima ora, non ci ha pensato un attimo ed è salito sul carro del sindaco di Napoli.
Dal patto delle primarie ci guadagnerebbero entrambi. Il Pd riuscirebbe a ricompattare la coalizione, per suggellarne l’unità e per consentire un ulteriore allargamento del perimetro dello schieramento, pentastellati compresi, e, cosa non di poco conto visto il momento di crisi, eviterebbe la figuraccia di un terzo posto. De Magistris entrerebbe a grande richiesta nell’alveo del centrosinistra con buone possibilità di vincere le elezioni.

Interpellato dall’Agi, il sindaco partenopeo ieri ha smentito, ma neanche tanto. «Noi siamo già in campagna elettorale, vogliamo rompere un sistema e ci proponiamo di fare un’azione di governo forte. Non ci interessa partecipare a primarie, mi sembra un’idea vecchia e del resto non mi è pervenuta alcuna proposta ufficiale. E se anche ci fosse, sarebbe destinata a fallire». Che un dialogo sia avviato e che una riflessione sia in corso, però, troverebbe rispondenza in alcuni post nervosi di Tansi, l’ex capo della Protezione civile regionale, fondatore di Tesoro Calabria e, come noto, uno dei principali alleati di de Magistris. Sono segnali di una maretta, se non di una rottura, con il sindaco di Napoli. «Meglio soli che male accompagnati», scrive in uno di questi messaggi, critico verso uno scenario che lo metterebbe all’angolo indebolendo la sua proposta populista.

Mentre la destra aspetta solo di fissar la data per presentare il suo candidato Roberto Occhiuto, presidente dei deputati azzurri e fratello del sindaco uscente di Cosenza (anche nella città bruzia si voterà in autunno e non può ricandidarsi), i grillini sono fermi al palo tra dubbi e indecisioni. La rottura alle comunali romane potrebbe determinare contraccolpi in Calabria. A queste latitudini i grillini sono stati sempre divisi. Se l’area governista dei parlamentari Federica Dieni, Dalila Nesci, Paolo Parentela, Alessandro Melicchio ha aperto all’alleanza con il Pd (con qualche riserva sul nome di Irto), la base è da sempre contraria, attratta dal polo di de Magistris che non ha perso occasione pubblica per rivolgere il suo appello al Movimento chiedendo l’alleanza e un percorso di rinnovamento per la Calabria. Il colpo di scena delle primarie potrebbe ricomporre il puzzle.