Quando la strage senza fine dei morti sul lavoro colpisce una città come Roma, l’eco mediatica è sempre maggiore. Il dramma però è sempre identico, come per tutti i 910 decessi nei primi nove mesi dell’anno censiti dall’Inail.
Ieri pomeriggio un operaio di 41 anni di origine romena è caduto da un’impalcatura esterna del secondo piano di un palazzo in zona San Pietro. È morto sul colpo. Lascia la moglie e un figlio. Aperto un fascicolo di indagine per il reato di omicidio colposo.
Intanto, esplode l’indignazione, con i sindacati che sottolineano l’escalation delle morti nel settore dell’edilizia tra «le riaperture dei cantieri post-covid e il rilancio del comparto sostenuto dai bonus edilizi». Gli incidenti nei cantieri «hanno registrato una decisa impennata: da inizio anno ai primi di ottobre si è registrata una vittima ogni 48 ore. Nei cantieri si muore come 50 anni fa», tuonano Cgil, Cisl e Uil territoriali. Che sottolineano come l’operaio defunto avesse «un contratto differente da quello dell’edilizia. Non è una novità. Nei cantieri edili, sia pubblici e privati, vi è ormai di tutto: non solo catene lunghe di subappalti, ma anche l’applicazione di contratti diversi, in una vera e propria corsa al massimo ribasso “travestito”». Anche per questo, a loro avviso è «una priorità anche dare vita a una vera strategia contro il dumping contrattuale per garantire gli stessi diritti e le stesse tutele a quanti lavorano nei cantieri». Questa ed altre rivendicazioni saranno al centro della giornata nazionale di mobilitazione proclamata per sabato 13 novembre da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil con manifestazione nazionale a Roma a piazza Santi Apostoli.
Sul luogo dell’incidente, piazzale Gregorio VII, si è subito recata anche la neo assessora al Lavoro del Campidoglio, Claudia Pratelli: «Non è accettabile morire per lavorare – ha affermato al termine della visita -. Stiamo parlando di persone e non di numeri, di troppe persone che perdono la vita ogni giorno e dietro alle quali c’è una famiglia devastata dalla perdita. Però i numeri contano e sono inquietanti: a Roma sono morte 35 persone nei primi 9 mesi del 2021. Una realtà intollerabile che nel settore dell’edilizia assume proporzioni anche più preoccupanti. Abbiamo tutti il dovere di combattere per il diritto ad un lavoro di qualità e in sicurezza senza accettare mediazioni al ribasso. Questo – promette – sarà il mio impegno quotidiano».