Il «vuoto» lasciato dalla statua del trafficante di schiavi Edward Colston del XVII secolo, che campeggiava a Bristol prima del movimento Black Lives Matter, è stato riempito, a sorpresa, con una scultura del celebre artista britannico Marc Quinn: è dedicata a un’abitante locale, Jen Reid, che è stata anche fotografata in posa con il pugno alzato. Ai primi di giugno, il monumento eretto a Colston era stato abbattuto durante le manifestazioni antirazziste. Nell’idea di Quinn la scultura dal titolo A Surge of Power doveva essere una presenza temporanea, una «occupante clandestina» del basamento vuoto, ma il sindaco Marvin Rees ha rilasciato una dichiarazione affermando che la decisione sulla permanenza della statua o meno sarà presa direttamente dai cittadini di Bristol, pur se quell’opera è «apparsa» senza nessun permesso. Infatti, alle 5 del mattino di ieri, due camion con un team di 10 persone hanno lavorato alacremente e in tutta segretezza per installare la figura di Reid (tutto è avvenuto in soli 15 minuti).

«La mia scultura vuole catturare un momento e un’immagine potente. Settimane fa, mentre circolava la notizia dell’omicidio di George Floyd, un’amica mi mostrò una foto su Instagram: c’era Jen Reid, in piedi sul basamento di Bristol, con il pugno in omaggio al Black Power. Ho pensato subito a immortalare quel gesto in una scultura. Ho contattato Jen tramite i social media per discutere dell’idea e lei ha accettato di collaborare». Marc Quinn è un artista famoso per la sua arte radicale. Da decenni, affida una serie di autoritratti al calco della sua testa scolpita utilizzando il proprio sangue. Ogni autoritratto è realizzato con gesso mescolato a cinque litri di sangue e poi immerso in silicone congelato. Dal 1991, ha creato in questo modo una scultura-clone di se stesso ogni cinque anni.