«Governance» con cabina di regia politica, struttura tecnica con «capi missione» e un «comitato sociale» gestiranno 196 miliardi di euro, 65,4 di sovvenzioni e 127,6 di prestiti, (ma si arriverà a 196)) le risorse stanziate dall’Ue e gestire dal governo. Lo dice una bozza del «piano nazionale di ripresa e resilienza» detto anche «Next generation Eu» conosciuto con il nome «Recovery plan»: un barocchismo tecnocratico di concetti con i quali si cerca di rianimare il capitalismo europeo che affronta la crisi, la seconda in dodici anni.

In un testo di 125 pagine che sta rischiando di mandare in crisi l’esecutivo per la superfetazione di organigrammi manageriali paralleli alla burocrazia ministeriale e regionale si legge la ripartizione ufficiosa dei fondi per ora bloccati dai veti di Polonia e Ungheria sullo stato di diritto e il bilancio europeo. Per ora sono poco più che titoli che rispecchiano la divisione stabilita con la Commissione Ue: alla digitalizzazione e innovazione saranno destinati 48,7 miliardi, al «greenwashing» di imprese e finanza definito «rivoluzione verde e transizione ecologica» andranno 74,3 miliardi, alle Infrastrutture per una mobilità sostenibile 27,7 miliardi; a «istruzione e ricerca» 19,2 miliardi; alla «parità di genere» 17,1 miliardi; alla sanità, aspettando il «Mes sanitario» da 37 miliardi, il «Recovery» promette 9 miliardi. L’auspicio è spingere il Pil dello 0,3% nel 2021, 0,5% nel 2022, 1,3% nel 2023, 1,7% nel 2024, 2% nel 2025. Percentuali che andranno a compensare lapicchiata del Pil partire da quest’anno (meno 9,5%).

Tra gli obiettivi del «piano» c’è quello di tagliare i tempi dei processi considerato necessario dall’Ue per attrarre capitali e convincere le imprese a investire accorciando i tempi di eventuali contenziosi: fra il 30% e il 40% nei tribunali civili (39%-49% in appello), e dal 16% al 26% nei tribunali penali (42%-52% in appello). L’intenzione è che i disegni di legge delega per la riforma del processo penale e del processo civile siano adottati entro il mese di giugno del 2021, così da permettere l’approvazione dei decreti delegati entro giugno 2022. Sotto il capitolo «green» ci saranno la decarbonizzazione dell’industria (a partire dall’ex Ilva) e lo sviluppo dell’idrogeno. Ci sarà il rinnovo del superbonus al 110%. Le risorse andranno alla messa in sicurezza e al cablaggio di scuole e ospedali. Prevista la digitalizzazione del «patrimonio culturale» e investimenti ritenuti «strategici» per rilanciare il turismo dalla «Biennale di Venezia» all’Auditorium «nell’ex manifattura dei Tabacchi di Palermo» e i «piccoli borghi storici e rurali». Si parla di mobilità sostenibile, dalle colonnine di ricarica delle auto elettriche a un piano nazionale ciclovie e il rinnovo del trasporto pubblico locale.