Da Carlo Carraro a Michele Bugliari: cambiano i rettori di Ca’ Foscari, ma non la vocazione immobiliare dell’Ateneo. Ieri mattina gli studenti del collettivo Lisc hanno occupato l’aula Baratto che si affaccia sul Canal Grande, contestando il progetto di alienazione di due palazzi esaminato dalla seduta del Consiglio di amministrazione.

Si tratta dell’edificio in Calle dei Guardiani (occupato e trasformato in casa per studenti «Ca’ Tortuga») e della sede del Dipartimento di Lingue Orientali. Proprio il palazzo storico di Ca’ Cappello aveva innescato polemiche, tutt’altro che accademiche, quando il rettore Carraro contava di venderlo. Ora che al vertice dell’Università veneziana si è insediato Bugliari, il CdA viene chiamato a replicare. È agli atti che l’Ateneo ha spedito la pianta dei due palazzi al Demanio nazionale nell’ambito di «Proposta immobili 2015» di cui non esiste ancora un elenco dettagliaro. Tuttavia Calle dei Guardiani e Ca’ Cappello sono stati inseriti «per valorizzarli o venderli».

Spiega Marta Canino a nome degli studenti «invendibili» che hanno lanciato una social storm: «Le bugie hanno le gambe corte. Se non avessimo occupato Ca’ Bembo, lo avrebbero inserito nel pacchetto. Non ci sembra regni la democrazia quando le decisioni vengono prese in piena estate…».
A Ca’ Foscari, poi, c’è un’altra operazione tutt’altro che impeccabile. Riguarda l’area di Santa Marta, strategica anche sul fronte del turismo dei croceristi al di là dei servizi per gli studenti. All’inizio, aveva manifestato interesse EstCapital cioè la società di gestione del risparmio che è stata commissariata dal governo renzi. Ora la gara (40 milioni di euro) è stata aggiudicata in via provvisoria a Fabrica SGR che si traduce in Gruppo Caltagirone, banca Mps e Cassa depositi e prestiti.

Un progetto di nuova residenza per studenti da 640 posti letto nel sestiere Dorsoduro: Ca’ Foscari cede l’area per 75 anni. La gestione del «campus» che assorbirà gli impianti sportivi è già appaltata alla Fondazione Pier Giorgio Falciola, nata nel 1995 con sede legale a Bologna che fa parte della galassia ciellina della Compagnia delle Opere.

L’occupazione di ieri punta l’indice anche nei confronti del direttore generale Alberto Scuttari, che dal 2010 è arrivato a Ca’ Foscari dopo aver governato per dieci anni l’Esu di Padova (220 dipendenti e 30 milioni di bilancio). «È inquietante l’ipotesi che nella seduta del CdA siano stati presenti “osservatori” interessati all’operazione Santa Marta» insiste il collettivo studentesco, «E mentre il Bo a Padova provvede a finanziare l’Esu per i servizi che vanno dalle mense alle case degli studenti, a Ca’ Foscari si cannibalizza dall’interno patrimonio e ruolo dell’Esu. Magari replicando il sistema gestionale che prevede a giugno lo “sfratto” degli universitari a beneficio di chi può pagare di più gli alloggi in pieno centro storico di Venezia».