Barack Obama il primo presidente americano in carica ad apparire sui talk show notturni, è tornato a salutarlo per un’ultima intervista, Tina Fey, svestendosi in pubblico gli ha regalato il suo abito da sera («è l’ultima volta che avrò occasione di indossare vestito come questo»), Jimmy Kimmel ha deciso di mandare in onda solo una replica del suo show la notte dell’addio… Come un campione di baseball che corre intorno al campo di gioco dopo una home run, David Letterman sta – da settimane ormai – raccogliendo applausi e ringraziamenti, in attesa di quella che sarà l’ultima puntata del suo show, il 20 maggio prossimo, dopo oltre seimila ore di trasmissione.
«Una volta che Dave si ritira non ci sarà più nessuno di cui aver paura. Da qui in poi solo moine amichevoli in tarda serata», ha detto a Rolling Stone Tina Fey, in riferimento alla mitica affilatezza di Letterman, alla sua imprevedibilità, alla velocità con cui poteva cambiare atteggiamento verso un ospite spiazzandolo con una sfida o, semplicemente, appoggiarsi alla sedia sorridendo e lasciando che quello si mettesse nei pasticci da solo.

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Alle redini del programma di tarda serata dalla mezzanotte e mezzo del primo febbraio 1982 (ospite d’onore Bill Murray), quando il suo show (adesso in onda alle 11.30 sulla CBS) seguiva quello veneratissimo di Johnny Carson, sulla rete NBC, Letterman è stato il ponte tra i maestri originali del formato late night (Carson, Steve Allen, Dick Cavett..) e il terzo millennio. Non è un caso che l’ultima volta che Carson si è fatto vedere in tv sia stato da proprio da Letterman. Quell’apparizione – seduto per qualche istante dietro alla scrivania di «Dave» per poi andarsene senza dire una parola- rimane uno dei momenti altissimi del Late Night Show.

Dotato di uno spirito ipercaustico e di una prospettiva obliqua, irriverente, molto Midwestern (è nato in Indiana, da una famiglia di minatori), negli anni ottanta Letterman era stato capace di ancorare al piccolo schermo anche la generazione degli studenti universitari, introducendo nel programma, oltre alla mitica lista di Top 10 del giorno- anche rituali di puro dadaismo, come I Stupid Pet Tricks (in cui invitava in studio cani posseduti dal demonio, gatti parlanti….con il loro orgogliosissimi padroni), i Stupid Human Tricks (in cui sperimentava, spesso su se stesso invenzioni assurde) e una serie di, notizie dalla provincia, News from Small Towns. L’idea (geniale) era di condire con una buona dose di «Americana» la formula codificata e piuttosto glamour del talk/variety show notturno: la base teorica del programma che un ipnotizzatore di pappagalli, la mamma di Dave (per anni un’ospite ricorrente) e una signora capace di infilarsi la lingua in una narice avessero la stessa importanza della celebrity di turno.

https://youtu.be/2tKhr5Ujbd4

Spesso soggetto/vittima delle sue stesse gag (come quando arrivò avvolto in una tuta di Velcro che gli permetteva di rimanere attaccato a un muro contro cui si schiantava correndo a piena velocità), con la sua figura alta e magra, le braccia e le gambe lunghissime, Letterman è stato uno dei presentatori di tarda serata più inclini alla physical comedy. Che occasionalmente incoraggiava anche tra i suoi ospiti. Basta pensare a Drew Barrymore che salta in piedi sulla scrivania e gli mostra il seno, a Chris Elliot sotto il tavolo, alla rissa tra Andy Kaufman e il campione di wrestling Jerry Lawder. ..

Negli anni, Letterman ci ha dato anche una conduzione Oscar (stroncatissima), un’attrazione fatale (la fan che gli rubò la Porsche, dormiva nel suo campo da tennis e forzò più volte l’ingresso della sua villa), un grande momento di militanza (smise di andare in onda e si fece crescere la barba in appoggio agli sceneggiatori in sciopero, per poi tagliarsela quando venne firmato il contratto), una lite storica con Oprah Winfrey e almeno uno scandalo (quando un produttore CBS gli chiese due milioni di dollari in cambio del silenzio sulle sue relazioni extraconiugali con alcune colleghe di lavoro).

Mai passivo, se non addirittura pungente, come intervistatore, Letterman poteva diventare una furia, senza mai smettere di sorridere. Clamorosa un suo battibecco con Cher, il modo in cui polverizzò Joaquim Phoenix in versione rapper qualche anno fa e, soprattutto, nell’autunno 2008, il tiro micidiale che giocò al candidato presidenziale John McCain, dopo che questi aveva cancellato un’apparizione adducendo l’urgenza di rientrare a Washington per via della crisi finanziaria. Scoperto che in realtà McCain, lo stesso giorno e nello stesso palazzo, aveva concesso un’intervista a un altro programma CBS, Letterman – che raramente si occupa di politica in modo diretto o è esplicitamente «di parte» (Obama 2012 è stato un’eccezione)- prima lo coprì di ridicolo raccontandone l’ipocrisia e poi fece del senatore dell’Arizona un bersaglio quotidiano del suo affilatissimo scherno. Gli indici di gradimento del candidato McCain non si ripresero mai da quel colpo. Steven Colbert succederà a David Letterman, nella stessa fascia oraria ma con un programma completamente nuovo, dall’8 settembre prossimo.