Ancora Edison. Ancora Bussi sul Tirino. La Provincia di Pescara, l’ente che secondo il Testo unico ambientale è l’organo dello Stato preposto ad individuare le responsabilità amministrative in materia, ha emesso l’ordinanza nella quale individua in Edison Spa il responsabile della contaminazione del polo industriale di Bussi, di circa 25 ettari.

In 48 pagine viene riassunta la «drammatica condizione» dei luoghi e vengono ricostruite storia e responsabilità. «In questi anni – dice Augusto De Sanctis, del Forum Acqua Abruzzo – si è molto parlato delle tre discariche di Bussi, ma poco del polo chimico, che invece è forse il cuore del problema, in quanto è l’area più vasta ed è inquinatissima, tra le peggio messe d’Italia. Ora – aggiunge – il ministero dell’Ambiente avvii le procedure necessarie per la bonifica».

Le discariche – va ricordato – sono la TreMonti, di 3,3 ettari, infarcita di circa 130 mila metri cubi di materiali cancerogeni e tossici, e quelle denominate 2a ( di circa 12 mila metri quadrati) e 2b (di 8 mila metri quadrati), collocate ai piedi del paese e «in cui sono stati smaltiti rifiuti diversi da quelli autorizzati» dalla Regione tra il 1983 e l’88. Inoltre, come spiega la Provincia di Pescara in un’altra ordinanza del 26 giugno 2018, attorno a queste ultime, «per circa 25 mila metri quadrati, sono stati depositati in modo incontrollato ingenti quantitativi» di rifiuti.

Frutto dei reparti del colosso chimico Montedison, in seguito divenuta Edison, che qui ha iniziato l’attività nel 1904 e che, stando ai riscontri, ha disseminato fior di veleni: arsenico, cromo esavalente, rame e zinco, mercurio, piombo, boro, idrocarburi, composti che causano tumori; e ancora, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, diclorobromometano. «Sostanze accertate nel suolo e sottosuolo e nelle falde e riconducibili ai residui del ciclo dello stabilimento». Tutte le aree sono nel Sin (Sito di bonifica di interesse nazionale).