Con un tratto di penna il Miur chiude il caso della professoressa sospesa a Palermo per non avere vigilato sull’elaborato di un gruppo di studenti sedicenni che in un elaborato aveva paragonato le leggi razziali del ’38 contro gli ebrei al decreto sicurezza del ministro Salvini sui migranti, con tanto di immagini del vice premier Matteo Salvini, inserite dai ragazzi in un powerpoint.

Nonostante nel pieno della polemica il ministero avesse più volte ribadito la sua incompetenza rispetto al provvedimento assunto dall’ufficio scolastico provinciale, ora ritorna sui propri passi. E lo fa con un atto che annulla quel provvedimento evitando così di finire in un’aula di Tribunale. Insomma, il Miur poteva agire e poteva farlo prima. E invece ci sono voluti venti giorni per mettere una pietra sopra a un caso che aveva sollevato l’opinione pubblica, da Lampedusa a Bolzano, schierata dalla parte della docente, costretta a rimanere a casa per quindici giorni e con lo stipendio dimezzato. Una vicenda che aveva scandito il countdown della campagna elettorale per le europee e aveva conquistato la ribalta persino durante la celebrazione per l’anniversario della strage di Capaci, quando il ministro Bussetti e Salvini incontrarono la prof negli uffici della prefettura per farle sapere che anche per loro quella sospensione era stata esagerata. «Abbiamo individuato la soluzione per chiudere la vicenda senza presentare il ricorso in Tribunale», confermano gli avvocati Fabrizio La Rosa e Alessandro Luna.

I legali della docente Rosa Maria Dell’Aria ieri hanno incontrato, nella saletta vip dell’aeroporto di Punta Raisi, il capo dipartimento per il sistema educativo del Miur, Carmela Palumbo, incaricato dal ministro Bussetti di trovare una soluzione extragiudiziale per risolvere definitivamente la vicenda. «Per i dettagli e la definizione formale – spiegano gli avvocati – ci incontreremo nei prossimi giorni per la formulazione del documento». Sarà redatta una dichiarazione di illegittimità della sanzione «che farà venir meno gli effetti giuridici della sanzione stessa», affermano gli avvocati della donna.

La prof è rientrata nell’istituto tecnico Vittorio Emanuele III lunedì scorso, dopo aver scontato per intero la sanzione. Al ministro aveva chiesto un provvedimento in cui si dichiarasse la sua estraneità alle colpe: «La sanzione inflittami – ha detto – è ingiusta e non accetterò un atto di clemenza». Nei giorni della sospensione l’insegnante aveva ricevuto la solidarietà da ogni parte del Paese. Interrogazioni parlamentari, manifestazioni pubbliche e raccolte di firme avevano portato il caso alla ribalta nazionale creando un forte imbarazzo nel governo.

Al suo rientro a scuola, Rosa Maria Dell’Aria, che ha sempre tenuto un profilo composto durante i quindici giorni di sospensione, ha ricevuto dagli studenti una lettera e 15 rose rosse, una per ogni giorno di sospensione. La missiva dei ragazzi è stata letta davanti a tutti dalla stessa docente, con la voce rotta dalla commozione. «Siamo orgogliosi di averla incontrata e conosciuta durante il nostro percorso di vita – hanno scritto gli alunni – Le sue critiche, i suoi rimproveri, i suoi complimenti, i suoi insegnamenti non hanno fatto altro che aiutarci a crescere. Grazie a lei abbiamo imparato a non avere paura di esprimere la nostra opinione e che il confronto è sempre la cosa migliore per risolvere tutto». Poi, tutti in classe a studiare storia.