L’unica certezza è il secondo turno, visti i sondaggi che vedono intorno al 20% la destra, i pentastellati, e Buongiorno Livorno-Pap, con il Pd appena sopra al 23, 24%. Quindi ballottaggio, che nel 2014 diventò lo strumento di una rivoluzione. Con la conquista del Palazzo Comunale da parte del M5S con Filippo Nogarin, e la sconfitta di un Pd molto contestato dai livornesi.
Cinque anni dopo, la città che ha dato i natali a Paolo Virzì e Bobo Rondelli, e ad autentiche gemme satiriche come il Vernacoliere e Sodalizio Muschiato, è teatro di un confronto elettorale avvincente. Il Pd cerca di rifarsi presentando Luca Salvetti, giornalista e volto della cittadina Tele Granducato. Dunque conosciuto, ma senza tessera dem, tanto da provocare frizioni fra lo zoccolo duro del partito e i simpatizzanti. Non sta andando meglio al candidato della destra Lega-Fi-Fdi, il poliziotto Andrea Romiti, iscritto a Fdi. “Dove governano i 5 Stelle non si pestano i piedi con la Lega”, hanno tirato le somme i figli di una città dalla lingua tagliente come un rasoio.
L’erede di Nogarin è la vicesindaca Stella Sorgente. Una candidatura che si lega ai cinque anni di amministrazione 5 Stelle, fatta di molte parole e pochi fatti. Fra questi il salvataggio della municipalizzata dei rifiuti, ma anche l’introduzione di ben 14mila parcheggi a pagamento, costosi e per l’intera città, con la riscossione affidata ad una coop pisana del settore. Guarda caso l’argomento degli “stalli blu” è uno dei più gettonati in campagna elettorale, insieme al nuovo ospedale che il Pd voleva fare con il discusso project financing, e che così è ancora in sospeso.
Altre, ben più complicate emergenze riguardano il lavoro, visto lo status di “area industriale di crisi complessa” di una Livorno che ha subito in modo pesantissimo la crisi. Con almeno 30mila fra disoccupati e precari, lo storico comparto della componentistica auto azzerato, e un porto paralizzato negli ultimi anni fra megaprogetti di rilancio di lungo periodo (la Darsena Europa), e guerre interne fra big del settore (Onorato e Grimaldi) per assicurarsi la, privatizzata, società dei servizi Porto 2000. Insomma una città ferma, che vede nel lavoro una parola tabù sia per chi l’ha governata in passato (Pd) che per chi governa oggi (M5S), per giunta a livello nazionale insieme alla Lega di Salvini.
Questa somma di fattori sta finendo col premiare – i sondaggi la vedono in costante, quotidiana ascesa – l’accoppiata fra Buongiorno Livorno e Potere al popolo, tesa a un governo cittadino di reale cambiamento, nel segno della ripubblicizzazione dei servizi pubblici – oggi tutte Spa – e di una visione della Livorno del futuro già ben delineata. BL, che con il suo 17,5% del 2014 aveva avuto un ruolo chiave nella sconfitta del Pd, resta forte e popolare anche grazie al suo azzeccato candidato, il giovane, assai preparato prof di liceo Marco Bruciati, che ha nel movimento della sindaca Ada Colau di Barcellona il suo riferimento, ed ha il dichiarato sostegno di Bobo Rondelli.
Mentre le sacche di tela con stampigliato il logo “Gioventù Bruciati” sono già cult, il diretto interessato non si nasconde: “Ci arriviamo noi al ballottaggio, perché il M5S ha avuto una gestione autoreferenziale, non ascoltando i sindacati, le categorie, i cittadini. Su mobilità e rifiuti hanno peggiorato la vita delle persone con interventi calati dall’alto, uguali a chi li ha preceduti, spesso spinti dal loro partito nazionale. Mentre sul porto, che è una città nella città, con un altro sindaco, è necessario un confronto quotidiano con l’Autorità Portuale, perché torni ad essere motore di sviluppo e buona occupazione. Il problema è che l’amministrazione ha perso potere di governance, allora occorre usare i comitati di gestione e incentivare gli interventi utili: una Darsena Europa light da realizzare in cinque anni, una regolamentazione diversa del traffico merci e passeggeri, e più sicurezza sul lavoro, visti i troppi incidenti, anche mortali”. Nel 2014 Buongiorno Livorno mancò il ballottaggio per un pugno di voti rispetto al M5S. Se questa volta ci arriverà, sullo splendido mare labronico potrebbe spuntare una sorpresa ancor più grossa di allora.