Insegnanti senza pace a una settimana dall’inizio del nuovo anno scolastico. Caos e 20 mila posti a rischio come esito del Concorsone, mentre decine di migliaia di docenti sono costretti – protesta l’Anief – alla «mobilità forzata»: pur in presenza, secondo i calcoli dell’associazione, di ben 70 mila posti «nascosti» (quelli assegnati anno per anno ai supplenti). A complicare le cose, come denunciano i sindacati – con diverse manifestazioni, soprattutto in capoluoghi del Sud – ci si è messo anche l’algoritmo che ha attribuito i trasferimenti: non avrebbe tenuto conto delle situazioni personali, soprattutto dell’anzianità di servizio e dei carichi familiari, e secondo la Flc Cgil a questo punto «bisogna rivedere tutto».

Non sono servite a sbollire gli animi le rassicurazioni della ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, che lunedì aveva risposto alle manifestazioni spiegando che «a settembre 32 mila nuovi insegnanti saranno immessi in ruolo con contratto a tempo indeterminato, e poi toccherà a 10 mila Ata». E il problema dei trasferimenti sarebbe stato ingigantito dai media, visto che, sempre secondo la ministra, nel piano straordinario della mobilità rientrano circa «200 mila» insegnanti: «La stragrande maggioranza chiede come ogni anno il trasferimento, e lo ottiene, nelle sedi desiderate o limitrofe». Chi invece deve spostarsi di più chilometri – in particolare dal Sud verso il Centro Nord – «è una percentuale inferiore al 10%». Si tratta dei «neoassunti, i più giovani di servizio, entrati con la Buona scuola». Molti dei quali, ha aggiunto il sottosegretario Davide Faraone, «con le assegnazioni provvisorie non dovranno spostarsi per niente».

E dire che molte di queste situazioni si potrebbero risolvere se solo il ministero si decidesse a rendere stabili dei posti che oggi sono «nascosti», perché affidati ogni anno a docenti precari: «C’è un sistema per evitare la mobilità forzata di decine di migliaia di insegnanti, assunti nel 2015 con il piano straordinario della Legge 107/2015, e tra una settimana costretti a spostarsi in province lontanissime – dice Marcello Pacifico di Anief/Cisal – Visto che il governo non ha alcuna intenzione di creare posti aggiuntivi, chiesti a gran voce pure dai governatori, l’unica soluzione attuabile è quella di sbloccare da subito gli organici di fatto, ovvero quei posti che da decenni il Miur continua ad assegnare ai supplenti sino al 30 giugno ma che nella realtà risultano in gran numero privi di un docente titolare. Per questo motivo, sono posti trasformabili in unità di insegnamento utili per i trasferimenti. Tra l’altro, il tutto non comporterebbe particolari oneri per lo Stato, visto che per dieci mesi l’anno vengono comunque coperti da precari».

Non esistono cifre ufficiali, ma il sindacato ha stimato che «dei 115.823 contratti di supplenza annuale, stipulati subito dopo l’approvazione della Buona Scuola, almeno 70 mila possono essere considerati vacanti a tutti gli effetti».

L’Anief fa l’esempio della Sicilia, «dove pur essendovi 4 mila posti liberi, su organico di fatto, sono state respinte le 5 mila domande di trasferimento formulate dai docenti inseriti negli ambiti territoriali». Un sistema che «continua a violare le indicazioni della Corte di Giustizia Ue e della Corte Costituzionale».

Sul Concorsone sono arrivati i dati di Tuttoscuola: «Se l’obiettivo era quello di coprire 63 mila posti – spiega la rivista – sono invece poco più di 40 mila gli insegnanti vincitori del Concorsone che potranno salire in cattedra, con un “buco” dunque di 20 mila unità». «Per molte classi di concorso ci sarà un eccesso di candidati vincitori, soprattutto in Campania e Lazio, che però non potranno andare ad insegnare nelle regioni dove i posti sono vacanti». Nell’indagine si sottolineano anche alcuni ritardi nella conclusione dell’iter dei concorsi: «Sono oltre 300 le graduatorie di merito finali che arriveranno fuori tempo massimo», ovvero dopo il 15 settembre, ad anno scolastico già iniziato.