«Lo avrai camerata Kesselring il monumento che pretendi da noi italiani»: la celebre epigrafe firmata da Pietro Calamandrei nel 1952, a sottolineare l’ignominia del comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, rischia di ribaltarsi tragicamente. Perché quel monumento che Calamandrei avrebbe voluto fosse eretto sulla roccia del patto degli «uomini liberi» che avevano liberato il paese dal nazifascismo, adesso rischia di sorgere a Recoaro Terme, nel bunker che fece da quartier generale per le truppe dell’esercito tedesco e che rischia di diventare, anche malgrado le intenzioni dei protagonisti, in una specie di parco tematico della nostalgia.

Con un post su Facebook poi cancellato nel giro di qualche ora, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia spiegava due giorni fa che «il compendio termale delle Regie Fonti di Recoaro fu scelto come quartier generale del feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante supremo delle forze tedesche in Italia». E annunciava la possibilità di visitare il sito, con tanto di guide in divisa della Wehrmacht.

L’Anpi del veneto ieri ha diffuso un comunicato: «esprime sconcerto» nel leggere il post col quale Zaia presenta l’apertura del bunker «un’esperienza storico culturale innovativa». «L’intero compendio termale nell’ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale fu il quartier generale di Kesselring – spiega l’Anpi – e questa scelta arriva proprio in coincidenza con l’8 settembre». Il macabro tour nelle reliquie naziste, in realtà, va avanti dallo scorso luglio. La ristrutturazione è stata curata dall’associazione Bunker, che da anni lavora alla riqualificazione dei rifugi antiaerei. Per rendere ancora più forte l’esperienza, i visitatori devono passare da un check-point. Anche qui con uomini in divisa, sorta di cosplayer delle truppe naziste.

È stato esposto anche un semicingolato tedesco di sei metri, «funzionante», che un tempo era adibito al trasporto delle truppe e che è stato fornito dal Museo delle Forze Armate 1914-1945 di Montecchio Maggiore. Lo spazio cade sotto la gestione della società che amministra le Terme di Recoaro. La cui presidente, Paolo Borgo, già in occasione dell’inaugurazione salutò «la riqualificazione del bunker come opportunità ulteriore di attrazione turistica». Anche in quell’occasione Zaia, che non aveva potuto essere presente, si era premurato di mandare i suoi saluti in segno di approvazione.

Un video prodotto e diffuso dall’associazione che si occupa del luogo, oltre a qualche scivolone circa l’«efficienza» dell’esercito nazista, ricorda che questi luoghi ospitarono la riunione dello stato maggiore nazista che il 20 aprile del 1945 decise, proprio nel giorno del compleanno di Hitler e sotto i bombardamenti alleati, di firmare la resa incondizionata. «Nulla da eccepire se la riqualificazione del bunker fosse motivata da uno scopo di approfondimento dei terribili eventi bellici – osserva ancora l’Anpi – Però che la visita guidata venga fatta da persone in uniforme d’epoca della Wehrmacht lascia increduli. Nella temperie che stiamo vivendo, in cui uomini politici pensano di dedicare strade e parchi a Arnaldo Mussolini o addirittura a Hitler, per non parlare di Almirante, chiediamo ai rappresentanti delle istituzioni massimo rispetto della Costituzione su cui hanno giurato e dunque condotte chiaramente antifasciste».