Il rapporto tra sesso e pubblicità è da sempre ambiguo. Per vendere tutto è concesso. E se negli spot si fa largo uso del corpo, soprattutto delle donne, non si vede perché dovrebbe essere un taboo strizzare l’occhiolino ai gay. E infatti non è così, la relazione omosessuale è stata usata e abusata dalla pubblicità per creare scalpore, dimostrare apertura o tanto per ammiccare. Ma i pubblicitari si sa, nelle loro elucubrazioni devono tenere conto del target e dell’immagine da dare al prodotto. E’ questo il limite del tutto amorale che governa il business. Ma certo se il proprio competitor fa una gaffe come quella di Barilla viene voglia di cogliere la ghiotta occasione per provare a rubare una fettina di mercato. Ieri Buitoni su facebook ha postato una foto di una villa spalancata con la scritta «A casa Buitoni c’è posto per tutti» e Garofalo ha lanciato il messaggio: «Le uniche famiglie che non sono Garofalo sono quelle che non amano la buona pasta». Anche Ikea, che con la pasta non c’entra nulla ha voluto mettere i piedi nel piatto: «Tutti devono essere rispettati. In Ikea stessi incentivi alle famiglie uomo, donna o gay». Il target è servito.