Donald Trump ha annunciato che martedì renderà pubblica la sua decisione riguardo i Dreamers, i giovani immigrati illegalmente da bambini, iniziativa che, al Congresso, ha scatenato l’ira di esponenti del suo stesso partito.

Il programma voluto da Obama, Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals), riguarda più di 750mila persone, molte delle quali si sono laureate, lavorano, contribuiscono all’economia americana. La parte più moderata del partito sa che cancellare quel programma sarebbe un suicidio politico.

«Ci sono ragazzi nel limbo, ragazzi che non conoscono altro Paese se non gli Stati Uniti», ha affermato Paul Ryan, lo speaker repubblicano della Camera, secondo il quale è il Congresso a dover decidere sul tema e non il presidente.

Critico anche il senatore repubblicano Orrin Hatch, convinto che cancellare il Daca «complicherebbe ulteriormente il sistema dell’immigrazione, che ha bisogno di una soluzione legislativa permanente». «Qui siamo di fronte a famiglie che verranno separate», ha aggiunto una fonte interna alla Casa Bianca.

Sull’inutilità e la crudeltà di cancellare il Daca convengono anche 350 amministratori delegati, dalla Silicon Valley a Wall Street, che si sono appellati a Trump affinché non tocchi i Dreamers.

«Io amo i Dreamers», ha dichiarato Trump, ma ciò non vuol dire che fino a martedì non deciderà di espellerli, visto che il Daca non gli è mai piaciuto, tanto da averlo definita «un’amnistia» durante la campagna elettorale.

«I Dreamers sono vitali per il futuro delle nostre compagnie e della nostra economia, sono la ragione del nostro vantaggio competitivo globale», si legge nella lettera inviata a Trump da Mark Zuckerberg (Facebook) e firmata, tra gli altri, da Tim Cook (Apple), Jeff Bezos (Amazon) e Diane von Furstenberg.

L’appello spiega a Trump e al resto d’America che questa risoluzione non sarebbe senza conseguenze per l’economia americana, in quanto senza il lavoro di questi ragazzi che pagano regolarmente le tasse, il Pil nazionale perderebbe 460 miliardi di dollari e il sistema previdenziale 24,6 miliardi di dollari in contributi.

Le imprese Usa dovrebbero licenziare ben 7mila impiegati alla settimana per due anni. Per arginare il problema alcune multinazionali starebbero pensando di spostare i loro lavoratori vulnerabili in altre sedi oltreoceano.

Sono preoccupate anche le università, come ha scritto il presidente della New York University, Andrew Hamilton: «Come insegnante posso attestare la passione, il talento e l’ambizione che i Dreamers portano in classe, laboratori e campus (…) Da padre a padre ti chiedo: cosa faresti se accadesse ai tuoi figli? La loro storia è, infatti, una storia veramente americana». (marina catucci)