«Aspetta che cominci il freddo e vedrai che in Europa parleranno in altro modo», dicevano in agosto amici moscoviti. Giovedì pomeriggio a Mosca c’erano 8 gradi, tanto che è stata decisa l’accensione anticipata dei riscaldamenti; e ieri è arrivato un segnale a Kiev: l’ungherese Fgsz ha arrestato a tempo indeterminato l’approvvigionamento di gas russo all’Ucraina, motivandolo con l’accresciuto fabbisogno interno.

Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha annunciato l’accordo con Gazprom per l’aumento delle forniture, volto a colmare i depositi nazionali, attualmente fermi al 61% della capacità. «Lo schema della reversione del gas all’Ucraina non è affidabile – hanno dichiarato esperti del settore a Ria Novosti – questo deve essere un segnale per l’Ucraina: la disputa sul gas con la Russia deve essere risolta, non contando sui partner europei».
L’Ungheria ha un accordo con l’Ucraina per una reversione di 16,8 milioni di m3 di gas al giorno.

Ma già in luglio Budapest aveva ridotto la reversione e, nonostante Kiev avesse inizialmente incolpato del fatto Gazprom, il presidente di Naftogaz Ucraina Andrej Kobolev e la Commissione europea avevano poi spiegato che la riduzione era dovuta alla necessità per l’Ungheria di aumentare le proprie riserve interne. Così, sembrerebbe, anche ieri.

L’analista della russa Sberbank Kib, Nesterov ha dichiarato di ritenere la decisione di Budapest dettata da cause oggettive. «Penso si tratti delle conseguenze del deficit di gas e della paura che sia insufficiente; così hanno interrotto la fornitura», ricordando come l’Ungheria sia uno dei sostenitori della costruzione del «South stream», quale unica strada sicura, a lunga prospettiva, di rifornimento per il paese. Della stessa idea il direttore del dipartimento di analisi del Fondo nazionale per la sicurezza energetica, Aleksandr Pasechnik: «Gli ungheresi si preoccupano di accumulare ora quanto più gas possibile nei loro depositi, per superare l’inverno senza il pericolo di interruzioni nel transito che potrebbero verificarsi per l’appunto sul territorio ucraino».

Da Bruxelles nel pomeriggio di ieri, si annunciava che i paesi Ue si adopereranno per le forniture di reversione di gas russo all’Ucraina che, per la verità, ne riceve per la maggior parte dalla Slovacchia; «se la Slovacchia interrompe la fornitura – ha detto ancora Nesterov – sarà un po’ il gioco di liberi tutti». È un fatto però che, subito dopo l’annuncio ungherese, Naftogaz si è affrettata a dichiarare che l’Ucraina è un partner affidabile e uno snodo di importanza vitale per la fornitura di gas all’Europa. «Gli europei vogliono giungere quantomeno a un accordo a breve, in primo luogo per mettere al sicuro se stessi» ha detto ancora Pasechnik, secondo il quale, tuttavia, è illegittima la pratica della reversione.

E il Ministro russo per l’energia Aleksandr Novak ha avvertito gli europei sull’impossibilità di garantire forniture ininterrotte di gas, se questi continueranno con tale pratica. Quindi, a conclusione a Berlino dei colloqui a tre – Ucraina, Russia, Ue – sul gas, il Commissario Ue per l’energia Günther Oettinger ha detto che Kiev deve saldare il proprio debito con Gazprom, pagando 2 miliardi dollari entro fine di ottobre e il restante 1,1 miliardi entro fine anno. La parte rimanente del debito verrà saldata dopo l’arbitraggio di Stoccolma, se questo risulterà favorevole a Gazprom. A questo annuncio, le azioni di Gazprom sono salite dello 0,3%.

E dal Donbass, mentre sarebbe stato identificato uno dei cadaveri – un giovanissimo miliziano – rinvenuti nelle fosse comuni nell’area di Nizhnjaja Krynka, il rappresentante del Consiglio di difesa ucraino Andrej Lysenko ha annunciato che altre tre fosse comuni sarebbero state rinvenute presso Slavjansk.