La vicenda Navalnyj arriva sul tavolo di Bruxelles. Le condizioni di detenzione dell’oppositore russo – che sta scontando una pena detentiva nella colonia penale di Porkov – sono state discusse ieri durante il Consiglio informale Affari esteri dell’Unione europea. Occhi puntati sul suo stato di salute, dopo che nei giorni scorsi i medici e lo staff di Navalnyj – in sciopero della fame dal 31 marzo – hanno denunciato un aggravamento delle sue condizioni: la sua portavoce Kira Jarmush, in particolare, ha affermato che potrebbe «morire nel giro di pochi giorni».

«L’Unione europea riterrà le autorità russe responsabili della sicurezza e della salute di Navalnyj: la situazione è critica, devono garantire l’immediato accesso al personale medico di cui si fida», ha dichiarato l’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, al termine della riunione. Un invito che riprende la comunicazione diffusa nella serata di domenica dal Servizio europeo per l’azione esterna, in cui viene ribadita la richiesta per un immediato rilascio dell’oppositore.

Nel frattempo, nella giornata di ieri Navalnyj è stato trasferito al reparto di degenza dell’ospedale regionale per detenuti, situato nella regione di Vladimir dove l’oppositore sta attualmente scontando la sua pena nel quadro del caso Yves-Rocher. Il Servizio penitenziario federale russo ha fatto sapere che sarà sottoposto ad una terapia vitaminica stabilita con il consenso di Navalnyj, per il quale le autorità carcerarie avevano iniziato nei giorni scorsi a valutare l’alimentazione forzata, alla luce del deterioramento delle sue condizioni.

Rimane interdetto, quindi, l’accesso a medici di sua fiducia, anche se il Servizio penitenziario ha valutato le condizioni dell’oppositore come «soddisfacenti» e confermato visite quotidiane da parte di un medico generico. Sale la tensione, intanto, in vista delle proteste annunciate dai sostenitori di Navalnyj per la giornata di domani. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha ribadito che le forze dell’ordine interverranno in presenza di manifestazioni non autorizzate. «Se non autorizzate saranno da considerarsi illegali, e le forze dell’ordine eseguiranno gli ordini nel rispetto della legge: è importante ricordare che simili richiami provocatori non vengono ascoltati sul territorio della Federazione Russa, ma da cittadini che vivono all’estero», ha affermato durante un briefing con i giornalisti.

Ad anticipare la data delle manifestazioni – che si sarebbero dovute tenere al raggiungimento di mezzo milione di adesioni sulla piattaforma online «Free Navalny!» – hanno contribuito proprio le notizie sul peggioramento dello stato di salute dell’oppositore, che nelle ultime settimane ha più volte denunciato sui social network cattive condizioni di detenzione.

Proprio su quest’ultimo punto è attesa in settimana anche la pronuncia dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa – la cui sessione plenaria ha preso il via nella giornata di ieri e proseguirà fino al 22 aprile. A favore di Navalnyj sono intervenuti anche gli Usa: lo stesso Joe Biden ha parlato di una situazione «totalmente ingiusta» ai danni dell’oppositore, mentre il consigliere alla sicurezza nazionale Jake Sullivan ha ribadito che la comunità internazionale riterrà la Russia responsabile nel caso in cui perda la vita.

«Abbiamo già comunicato che se morirà ci saranno conseguenze: ciò che accade sotto la loro custodia è una loro responsabilità», ha detto. Altrettanto duro il presidente francese, Macron, che in una recente intervista – facendo riferimento anche all’escalation in corso nell’Ucraina orientale – ha ribadito la necessità di «definire delle chiare linee rosse con la Russia».