Un’altra giornata di tensione nella capitale belga, a seguito di un’azione della polizia, unitamente ai corpi speciali francesi, impegnati in una perquisizione collegata, stando a quanto comunicato, agli attentati di Parigi nel novembre scorso.

Durante la perquisizioni i presunti terroristi avrebbero risposto sparando sui poliziotti e ferendone quattro. Lo scontro a fuoco avrebbe fatto scappare alcuni delle persone sui tetti. Nella serata di ieri sarebbe poi giunta la notizia secondo la quale uno dei presunti terroristi sarebbe stato ucciso dalla polizia.
Il quartiere Forest di Bruxelles è stato messo in sicurezza per tutta la giornata, mentre tutta la capitale belga sprofondava, nuovamente, nell’incubo terrorismo. La notizia dell’uccisione di uno dei sospettati sarebbe stata confermata dalla Procura federale belga.

Bruxelles ha vissuto nuovamente ore di tensione, a seguito della messa in sicurezza dell’intera zona. Decine di bambini – ad esempio – sono rimasti bloccati per tutto il pomeriggio in quattro scuole – tra cui due asili – che si trovano in prossimità dell’area dove verso le 15 si è svolta la sparatoria tra presunti terroristi e le forze dell’ordine.
Solo nel tardo pomeriggio di ieri le scuole sono state completamente evacuate e i piccoli – studenti delle scuole elementari e bimbi in età da asilo – hanno potuto riabbracciare i genitori. Il sindaco di Forest, comune di Bruxelles dove si sono svolti i fatti, ha spiegato che la decisione di trattenere i bambini nelle scuole, assistiti dai loro insegnanti, è stata presa per garantirne la sicurezza.

L’operazione anti-terrorismo a Bruxelles non sarebbe collegata a Salah Abdeslam, l’unico degli attentatori di Parigi ancora in fuga. Non è lui che stavano cercando i poliziotti belgi, secondo l’opinione del sito Le Parisien. Il sito ha inoltre ricordato che con lui è ricercato l’amico, sempre di Molenbeek, Mohamed Abrini. Salah, 27 anni, francese residente a Molenbeek, vicino a Bruxelles, è considerato un pilastro dell’organizzazione e dell’attuazione degli attentati, ha aiutato e accompagnato i kamikaze sui luoghi delle stragi, sicuramente allo Stade de France. Suo fratello, Brahim, si è fatto esplodere nel bistrot di boulevard Voltaire, poco prima della strage al Bataclan.

Dal 13 novembre sono 13 le persone ancora in stato detenzione con l’accusa di essere collegate in un modo o nell’altro agli attentati di Parigi: due sono in Francia, Jawad Bendaoud e Mohamed S., quest’ultimo accusato formalmente di essere legato a un’associazione terroristica.
Avrebbe messo in contatto Hasna Ait Boulahcen, la cugina di Abdelhamid Abaaoud, «mente» degli attentati, con Jawad Bendaoud, intestatario del covo di Saint-Denis. In 11 sono in carcere in Belgio, fra loro Mohamed Amri e Hamza Attou, i complici di Salah Abdeslam che lo riportarono da Parigi a Bruxelles e che furono fermati il 14 novembre. Stessa accusa di fiancheggiamento per altri due fermati, Lazez Abraimi e Ali Oulkadi.

Gli altri in cella in Belgio sono in qualche modo legati a Salah e sono stati tutti arrestati in perquisizioni a Molenbeek. Al di fuori di Francia e Belgio, 5 persone sono state fermate, una in Germania, una in Turchia, due in Austria e una Marocco.