Sui migranti l’Unione europea gela la ministra Lamorgese. Non si parlerà della situazione italiana al vertice straordinario dei ministri dell’Interno convocato per il 18 agosto, che sarà invece interamente dedicato alle tensioni esistenti al confine tra Lituania e Bielorussia. Con una telefonata alla commissaria Ue per gli Affari Interni Ylva Johansson, nei giorni scorsi era stata proprio la titolare del Viminale a spingere perché Bruxelles «cambiasse marcia» convocando un summit apposta per definire, tra le altre cose, un meccanismo per il ricollocamento di quanti sbarcano sulle nostre coste. Un’iniziativa che sarebbe servita anche per alleggerire le pressioni politiche che da giorni la Lega esercita sul Viminale dopo che gli arrivi dei migranti hanno toccato quota 30 mila.

Nel rendere nota la data del vertice, invece, una fonte del Consiglio europeo ha spento le speranze italiane: l’incontro «verterà sulle serie minacce alla sicurezza per l’Ue e sulla strumentalizzazione dei migranti illegali da parte della Bielorussia» ha spiegato, aggiungendo che quanto accade nel Mediterraneo sarà oggetto di uno dei prossimi vertici.

Tutto rimandato, dunque, almeno per ora. Non è escluso che sulla decisione pesi anche il fatto che il semestre di presidenza dell’Ue fino a dicembre spetti alla Slovenia, uno dei Paesi che oppongono maggiore resistenza all’accoglienza dei migranti. Di certo, il fatto che il prossimo 18 agosto non si risponderà alle richieste avanzate da Roma rischia adesso di far alzare ulteriormente le tensioni nella maggioranza. Ieri Lamorgese ha incontrato l’ambasciatore tunisino Moez Sinaoui, dal quale ha ricevuto rassicurazioni circa i rimpatri e l’impegno del presidente Kais Saied nel contenere i flussi dei migranti. Impegni che però alla Lega non bastano: «Non ci siamo proprio, Lamorgese brilla per le assenze», è tornato ad attaccare Matteo Salvini quando, prima ancora che arrivassero le notizie da Bruxelles, si è saputo che alla nave Sea Watch con 257 migranti a bordo, insieme alla Ocean Viking una delle due che da cinque giorni attendeva di avere un porto sicuro, era stata data l’indicazione di dirigersi verso Trapani. «Mentre chiedono il green pass per la pizzeria, stanno sbarcando centinaia di clandestini. Aspettiamo che qualcuno dimostri che al Viminale c’è un ministro», ha concluso il leder della Lega.

L’arrivo della Sea Watch 3 a Trapani è previsto per questa mattina: «Dopo una notte particolarmente dura a bordo, anche a causa delle condizioni del mare, le 257 persone che abbiamo soccorso sono felici di sapere che potranno presto sbarcare», ha scritto su Twitter l’equipaggio della ong tedesca quando finalmente si è saputo che l’odissea dei naufraghi sarebbe presto finita. ma per una nave che arriva, ce n’è un’altra, la Ocean Viking, ancora in attesa in acque internazionali e con un carico umano drammaticamente più pesante. Sono infatti 550 i naufraghi a bordo della nave della ong Sos Mediterranée. «Non abbiamo ancora ricevuto alcuna indicazione su dove e quando sbarcare» ha fatto sapere l’equipaggio, costretto a fare i conti anche il mare mosso. «Le condizioni dei sopravvissuti peggiorano di ora in ora: ferite infette, dolore generale, mal di testa e debolezza aumentano». A bordo ci sono anche quattro donne incinta a 190 minori. «Il mal di mare porta alla perdita di liquidi e all’inappetenza – ha aggiunto la ong -. Le donne incinta si indeboliscono ogni giorno di più. Quasi tutti i bambini soffro di dolori addominali, vomito e perdita di appetito. Tutti i sopravvissuti devono sbarcare urgentemente in un luogo sicuro».

Oggi intanto prende per la prima volta il mare da Burriana, in Spagna, la nave della ong ResQ People che conta di essere presente nel Mediterraneo nell’arco di pochi giorni. Si tratta di un’imbarcazione di 39 metri che in passato ha già soccorso i naufraghi con l’organizzazione tedesca Sea-Eye e il nome di Alan Kurdi.