Il 23 agosto del 2007 ci lasciava Bruno Trentin.

Dirigente sindacale di grandissime qualità, intellettuale di primo piano, Bruno Trentin come pochi seppe tenere insieme la ricerca, l’analisi sui cambiamenti dei cicli produttivi e della società con la lotta concreta per l’emancipazione e la libertà dei lavoratori e delle lavoratrici.

Anche per questo, per il suo fondamentale contributo, le grandi lotte operaie del 1969, di cui quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario, ebbero in Italia un’estensione e una qualità assai diversa rispetto ad altri Paesi.

Proprio nel rinnovo del contratto dei metalmeccanici del 1969, quando Bruno Trentin era Segretario Generale della Fiom, si affermarono temi legati non solo al salario ma anche all’organizzazione del lavoro: i ritmi, il cottimo, la salute.

E a seguire, il contratto del 1972-73, con le 150 ore per affermare il diritto soggettivo al sapere, e con il diritto all’informazione sui piani di investimento delle imprese.

E a partire proprio dai luoghi di lavoro, con l’esperienza dei consigli di fabbrica, il nostro Paese conosce una intensa stagione di crescita democratica e rinnovamento culturale. L’originalità del suo pensiero e della sua azione si confermano anche quando Bruno Trentin ricopre l’incarico di Segretario Generale della Cgil.

Fu tra i primi a cogliere le grandi trasformazioni nel modo di vivere e di produrre agli inizi del nuovo secolo. E proprio di fronte alle opportunità e ai rischi prodotti da quelle trasformazioni affermò l’esigenza di una grande battaglia per i diritti; non solo quelli civili e politici ma quelli sociali, a partire dal diritto alla conoscenza e alla formazione permanente durante l’arco della vita. Il lavoro per Trentin è una dimensione fondamentale nella vita delle persone. Per questo il lavoro non può essere precario, povero, alienato. La conoscenza, il sapere, sono infatti elementi fondamentali per un lavoro di qualità e per la libertà delle persone.

È altrettanto importante ricordare che Bruno Trentin fu l’artefice dello scioglimento delle componenti di partito, in nome di una piena autonomia della Cgil, e della elaborazione del programma fondamentale quale requisito imprescindibile per un sindacato confederale. Autonomia, confederalità, programma fondamentale, rappresentano, per Bruno Trentin, il contributo migliore per una rinnovata unità sindacale.

Abbiamo ricordato Bruno Trentin poche settimane fa, il 18 luglio 2019 a Bologna in un confronto pubblico promosso insieme alla Fondazione Claudio Sabattini, richiamando proprio questi temi.

Lo ricorderemo ancora nelle molte iniziative in programma per il cinquantesimo anniversario delle lotte operaie del 1969. E lo farà la stessa Fiom sui contenuti innovativi del contratto dei metalmeccanici proprio del 1969.
Questi eventi non hanno nulla di rituale perché siamo convinti che il pensiero e l’azione di Bruno Trentin hanno da dire ancora molto a chi si vuole battere per la riunificazione a la libertà del mondo del lavoro.

* (Messaggio del segretario generale a tutti gli iscritti alla Cgil)