Oggi comporre non è cosa semplice. La complessità dei linguaggi ha aperto tante strade e quindi la comunicazione nel mondo delle sette note si è evoluta. Lo sa bene Bruno Letort, autore francese fra i più attenti alle innovazioni e la sua idea è legata alla pluralità: «Oggi – spiega – non si può pensare a scrivere musica che sia da concerto o che serva ad altro. La musica è musica per il cinema, è musica per installazioni, è musica che serve ad essere ascoltata. Erik Satie lo aveva già capito quando scriveva la sua Musique d’aumeblemant e non sopportava coloro che scrivevano solo per i concerti. Io penso di essere un artigianoa, come diceva Stravinskij».
Bruno Letort è arrivato in Italia a Siena dove ha presentato per i concerti estivi dell’Accademia Chigiana la sua nuova composizione che è sì un ritorno ad un linguaggio sixties ma rappresenta un passaggio fondamentale per il futuro.
Armilia, Mysterious undeground city located at North Obscure Pole è la composizione commissionata proprio dalla Chigiana ed è stata eseguita presso la Chiesa di S. Agostino da Contempoartensemble, diretto da Vittorio Ceccanti. Letor è certamente underground ma proviene da un paese dove è stata molto forte l’influenza di Pierre Boulez : «Non più oggi, in verità già quando era ancora vivo la sua idea compositiva aveva perso il mordente. Oggi molti compositori dell’Ircam sono andati oltre. Boulez anche sulla sua ricerca di musica elettronica si poneva in una direzione di elettro acustica. Pierre Schaeffer ha forse inciso di più sulla cultura musicale francese. Lui fece la vera rivoluzione quando iniziò ad introdurre i suoni concreti nella scrittura. Ma più di tutti chi ha provato a cambiare la musica è stato Walter Rutmann con il suo film Weekend dove cura anche la musica che è ricca di riferimenti di concretismo. E’ uno dei primi esempi di film parlati ed è assolutamente interessante per il futuro della stessa musica contemporanea».

BRUNO LETORT è molto convinto che la musica si ponga su un piano di meta comunicazione ed è la sua opera coniugata su vari fronti a dare l’idea di ciò che pensa. Ma il suo pensiero va sempre ad Erik Satie che fu uno dei primi a scrivere per il cinema con Entr’acte ed è da li che nasce tutto. Ma per Letort è oltremodo importante saper orchestrare, scrivere cioè non solo l’arrangiamento ma soprattutto saper dare ad ogni strumento la propria traccia: «Ho iniziato facendo arrangiamenti per la musica leggera per il varieté , per più di 20 anni. E da allora per me orchestrare è importante quasi quanto scrivere i miei brani». Letort introduce un tema importante, arrivare a far diventare la musica popolare , uscire fuori dalla dimensione accademica ed è per lui importante il lavoro di Steve Reich.

«CIÒ CHE SERVE oggi alla musica, è la possibilità di arrivare a tutti. Quello che mi ha colpito del concerto in cui era presenta la mia composizione, è stato ascoltare il brano di Steve Reich Radio Rewrite scritto per i Radio Heat. Purtroppo nella musica contemporanea è ancora molto forte un certo snobismo. Reich è stato per lungo tempo considerato in maniera non positiva come compositore.Il suo lavoro di commistione fra i suoni e fra le esperienze, è stato sottovalutato».
In Letort è molto importante anche e soprattutto la musica di Claude Debussy e di Maurice Ravel. «Ravel è stato straordinario, come orchestrava lui era miracoloso. Pensa al Bolero, a La mer. Debussy ha invece evoluto il linguaggio musicale usando vari linguaggi, persino il jazz. Insieme hanno rivoluzionato la musica. Nel mio stile c’è un certo impressionismo». Bruno Leduc ha in sé quella tipica modalità tutta francese di andare oltre certi schematismi ed è forse per questo che la sua musica è attualmente fra le più contemporanee possibili.