Non solo contratti precari per i «24 mila previsti più decine di migliaia» di assunti nella pubblica amministrazione per i progetti del Recovery plan. La grande novità del decreto presentato dal ministro Reato Brunetta – «Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle Pa funzionale all’attuazione del Pnrr e per l’efficienza della giustizia», come da comunicato di palazzo Chigi – riguarda la nuova tipologia di contratti che sarà applicata per la prima volta dalla pubblica amministrazione.
Al punto 1 si legge che «la durata dei contratti di lavoro subordinato a tempo determinato sarà di 36 mesi, rinnovabili fino al 31 dicembre 2026 in relazione al raggiungimento degli obiettivi del Piano da parte delle amministrazioni assegnatarie dei progetti».
Si tratta di un unicum nella storia della legislazione del lavoro italiana. Mai erano stati normati «contratti a tempo determinato a obiettivi». La domanda che tutti i giuristi si fanno è: chi fissa e chi controllerà gli obiettivi? Le «amministrazioni assegnatarie dei progetti» infatti sono difficilmente individuabili. Facciamo l’esempio più classico: una stazione appaltante per una delle tante infrastrutture previste nel Pnrr. L’ingegnere che verrà assunto per progettarla è una delle figure citate dal ministro Brunetta in conferenza stampa dopo l’approvazione
La novità è anche sulla durata del contratto. Brunetta aveva parlato della durata del Pnrr. Il comunicato ufficiale di palazzo Chigi parla di 36 mesi – tre anni – poi rinnovabili. Ciò significa che ogni contratto che riguarderà un progetto del Pnrr non completato nei 3 anni avrà necessariamente bisogno di un rinnovo e quindi di una valutazione.
Se esistono contratti con valutazione degli obiettivi per alti manager – e se non vengono rinnovati prevedono sempre laute buone uscite – è la prima volta che contratti di questo tipo vengono previsti per livelli amministrativi e professionali più bassi, men che meno per capi cantieri o operai specializzati che potrebbero rientrare nel decreto.
A poco vale la promessa contenuta nel decreto che «fissa una fino al 40% di posti nei concorsi pubblici banditi dalle amministrazioni a favore di chi abbia svolto incarichi a tempo determinato per lavorare al Pnrr».
Da parte sindacale è grande la preoccupazione. Le bocche sono cucite, in attesa dei testi definitivi. Trapela comunque grande preoccupazione: «Non sappiamo se il ministro Brunetta considera il decreto all’interno del Patto sulla pubblica amministrazione sottoscritto a palazzo Chigi – spiegano alcuni sindacalisti – di certo noi non lo consideriamo tale perché questa nuova tipologia contrattuale per l’ennesima volta non è figlia di un confronto e apre tantissime incognite a livello normativo e giurisprudenziale: chi fissa e misura gli obiettivi? Chi accetterebbe un contratto dove in modo unilaterale si fissano obiettivi senza prevedere valutazione terza?». Insomma, Brunetta sembra tornato quello del 2008 quando il «merito» era di sola sua competenza.