Era il 1993 quando il mondo venne improvvisamente sommerso dai dinosauri. Nei cinema stava per uscire Jurassic Park di Steven Spielberg, il più grande incasso di tutti i tempi fino all’arrivo di Titanic. Ragazzi e bambini ad ogni latitudine acquisirono familiarità con decine di nomi di animali preistorici, le suddivisioni delle epoche in cui «i dinosauri dominavano la terra» e le teorie scientifiche sulla loro scomparsa, semplificate su un gran numero di pubblicazioni mirate alla gigantesca fetta di pubblico pronta ad accogliere qualsiasi prodotto incentrato sui rettili preistorici.

«Mostri» concepiti per il grande schermo in un’epoca di passaggio per gli effetti speciali: Spielberg si servì sia della CGI più evoluta di quei tempi che di giganteschi animatronics che riproducevano i sauri a grandezza naturale e conferivano un’emozionante concretezza ai modellini, fino a quel momento giocattoli di plastica che stringevamo in mano durante l’adolescenza…

Allo zoo di Roma alle consuete tigri, leoni e gazzelle di plastica in vendita per i bambini si affiancarono i T-Rex, i triceratopi, gli stegosauri, i brontosauri e così via fino a superare in numero e varietà gli stessi animali protagonisti del parco. I negozi di giocattoli straripavano di dinosauri di ogni forma e dimensione da far lottare tra loro, magari in vasca da bagno, dove i rettili avevano spodestato anche le intramontabili paperelle galleggianti. In breve, il mondo del merchandise non viveva un momento così glorioso dai tempi in cui Guerre Stellari di George Lucas lo aveva saturato di centinaia di navicelle spaziali, droidi e spade laser.

Ma la Jurassic Park Mania non si esauriva al mercato di giochi e affini: nel 1996 aprì il parco a tema costato 110 milioni di dollari, mentre la storia del film veniva ripresa e continuata in fumetti e videogiochi assortiti. Di lì a poco lo stesso Michael Crichton, autore del romanzo da cui Jurassic Park è tratto, fu spinto a scrivere un sequel, prontamente adattato nel 1997. È Il mondo perduto, ultimo capitolo della saga diretto da Spielberg, poi rimasto solo in veste di produttore esecutivo sia nel terzo – e brutto – episodio che nel blockbuster estivo in uscita oggi, Jurassic World, grazie al quale le edicole sono di nuovo piene di pacchetti a sorpresa su cui troneggia l’immagine minacciosa del Tirannosaurus Rex.

E questo nonostante la star di Jurassic World sia un dinosauro nuovo, geneticamente modificato ed ancora più crudele. Che difficilmente, però, potrà scalzare l’ammirazione mista a terrore che 22 anni fa causò l’apparizione della sola zampa del predatore più grande di tutti i tempi….