Tutto è cominciato con dei servizi delle Iene, che sull’onda dello scandalo che sta scuotendo Hollywood sono andate in cerca degli Weinstein italiani e di storie di molestie nel nostro cinema e nella nostra televisione. A partire dalla fine di ottobre, la trasmissione Mediaset ha raccolto le testimonianze di attrici – tra le quali Tea Falco, che ha ricordato una molestia subita prima di debuttare sul grande schermo con Io e te di Bertolucci – o aspiranti tali su avance, molestie o addirittura tentativi di stupro da parte di registi e produttori. Dopo il primo servizio in molte si sono fatte avanti per aver – dicono – riconosciuto il «modus operandi» del loro molestatore, un «regista e produttore romano ultraquarantenne» di cui nessuno sinora ha fatto il nome, e contro il quale non risultano denunce per via legale.

A esporre il nome di Fausto Brizzi alla sentenza in via definitiva della pubblica opinione ci hanno però pensato i social network, dove ha cominciato a circolare il sospetto che quello soprannominato dalle Iene «Il Weinstein italiano» fosse proprio il regista di Notte prima degli esami. Un sospetto che ha montato sino a travolgerlo: ieri infatti il legale di Brizzi Antonio Marino ha inviato un comunicato del regista alla stampa dove si annuncia l’eventuale ricorso a vie legali contro queste insinuazioni. «Ho appreso con grande sconcerto dagli articoli apparsi sulle pagine di alcuni quotidiani dell’esistenza di ipotetiche segnalazioni di molestie fatte da persone di cui non viene precisata l’identità», scrive il regista. «Posso solo affermare, con serenità e sin da ora, che mai e poi mai nella mia vita ho avuto rapporti non consenzienti o condivisi. Per questo, escludo categoricamente di aver conferito mandato legale per trattare il risarcimento del danno in favore di presunte vittime. Procederò, pertanto, in ogni opportuna sede nei confronti di chiunque abbia affermato e affermi il contrario. In via precauzionale, e per evitare strumentalizzazioni, ho sospeso tutte le mie attività lavorative ed imprenditoriali. Chiedo a tutti il massimo rispetto della privacy della mia famiglia e, in particolare, di mia moglie», conclude Brizzi che non ha più interessi in Wildside – la casa di produzione che ha contribuito a fondare nel 2009 – ma che ha un film, Poveri ma ricchissimi, in uscita a Natale.

E se su twitter Asia Argento è sbottata in un: «Querelaci a tutte! Non abbiamo paura!», in soccorso del regista arrivano proprio le parole di una delle interpreti del film, Lodovica Comello: «Con me è sempre stato gentile, ma distaccato e professionale, non mi ha mai dato modo di pensare ad un atteggiamento inappropriato».

Ma l’onda di denunce che dall’esplosione dello scandalo Weinstein ha una cadenza ormai quotidiana, prosegue e stavolta tocca il mondo dello sport e in particolare nel calcio. Sulla graticola è l’ex numero uno della federazione mondiale Sepp Blatter, accusato da una delle giocatrici più importanti del football femminile, l’ex portiere della nazionale Usa Hope Amelia Solo, medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Pechino 2008 e Londra 2012 e campione del mondo 2015. «Sepp Blatter – ha raccontato la calciatrice al quotidiano portoghese Expresso – mi ha messo una mano sui glutei durante la cerimonia del Pallone d’Oro del 2013, poco prima di salire sul palco». Molestie negate dal portavoce del ex presidente Fifa che attraverso un suo portavoce – interpellato dal Guardian – ha definito le accuse rivolte come «ridicole».