Alla terza stagione in netta ripresa, l’Opera di Roma si affida a una proposta solida: grandi titoli di repertorio e l’approdo di Billy Budd di Britten, mai rappresentato nella Capitale. Cast britannico, regia di Deborah Warner, direttore Conlon. Sono settimane euforiche, visto il successo del Viaggio a Reims di Rossini, brillante spettacolo di Michieletto. E per l’inaugurazione a dicembre Michieletto farà team con Daniele Gatti per Damnation de Faust di Berlioz: però nessun annuncio di impegni ufficiali a Roma per Gatti. La coda di stagione offre due Mozart che promettono sorprese, Flauto Magico con la regia di Barrie Kosky e Nozze di Figaro firmate Graham Vick. Oltre al belcanto, con Masnadieri, un Verdi raro, e Sonnambula, l’opera gioca carte popolari con Bohéme, Cavalleria e Pagliacci (regia di Delbono) e le riprese di Tosca e la Traviata-glamour Coppola-Valentino. Il ballo propone un Don Chisciotte blasonato a novembre ma anche il contemporaneo con Kylian e una Manon che vedrà nuovamente sulle punte Eleonora Abbagnato.

Alla presentazione ha fatto capolino Virginia Raggi: promesse di venire a teatro, lodi per qualità dell’offerta e il pareggio di bilancio, anche se il sovrintendente Fuortes ha ricordato che il debito pregresso resta lì, il teatro sa stare in equilibrio ma non può progettare di far utili. Intanto col caldo bollente arriva anche l’apertura di Caracalla: da domani una nuova Carmen, tutta messicana, Lopez-Cobos sul podio e regia di Valentina Carrasco, costola della Fura del Baus.