Il calore dell’applauso dal vivo è tornato alla Scala ad abbracciare il balletto. È successo con Serata Quattro coreografi, un viaggio tra stili ideato dal direttore del Corpo di Ballo del Teatro, Manuel Legris, che punta a mettere in luce lo smalto attuale, variabile, del concetto stesso di classico. Orchestra scaligera diretta con inconfondibile verve da Kevin Rhodes, tocco pianistico di pregio con Davide Cabassi. Apre Verdi Suite, ampliamento dell’omonimo balletto coreografato da Legris per il 7 dicembre 2020. Un volo nella più scintillante tecnica accademica su estratti verdiani tra cui Il Ballo della Regina dal Don Carlos, a cui già George Balanchine nel 1978 dedicò un balletto gioiello. Brio in levare distingue la prima ballerina Martina Arduino, ma anche svettano nella dinamica fluente delle linee Maria Celeste Losa, Gioacchino Starace, Nicola Del Freo.

DEBUTTO SCALIGERO per l’ungherese András Lukács, che porta in Scala Movements to Stravinsky, elegante omaggio al compositore chiave di inizio Novecento di cui ricorre quest’anno il 50° anniversario dalla morte. Produzione nata nel 2017 al Wiener Staatsballett, allora diretto da Legris, Movements to Stravinsky cuce su estratti da Pulcinella, Apollon Musagète e Les cinq doigts una coreografia senza trama in cui il motivo della linea verticale e orizzontale torna a ripetizione, delimitando, come il fondale nero che scende più volte a isolare il proscenio, passi a due e assoli. Qualche eco dal primo Forsythe nei generosi fuori asse e nelle camminate in fila, un neoclassico evocativo, disteso con eleganza nelle partiture. Sempre trascinante Canon in D Major, il trio maschile firmato da Jiří Bubeníček, visto tante volte nei Gala di Roberto Bolle, ma mai alla Scala. Una bella prova per Nicola Del Freo, Starace e Mattia Semperboni.

GRANDE RESPIRO per la chiusura con il ritorno in Teatro di uno dei maggior coreografi del nostro tempo: Alexei Ratmansky. Il suo Concerto DSCH, nato nel 2008 a New York sul Secondo Concerto per pianoforte che Dmitrij Šostakovic scrisse nel 1957 a pochi anni dalla morte di Stalin, alla Scala arrivò nel 2012: magistrale scrittura coreografica, pienezza di chiaro-scuri, potenza e lirismo, malinconia, eroismo, apertura alla gioia. Magistrale per differenziazione della qualità del movimento tra protagonisti principali e ensemble. Entrano con magnetica sottigliezza nei diversi movimenti del Concerto i due primi ballerini Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, che già in passato hanno lavorato alla Scala con Ratmansky: a loro un bravo speciale.
Prossimo appuntamento scaligero con il balletto il 7 e l’8 luglio con Serata Contemporanea: William Forsythe torna in teatro con, per la prima volta in Scala, l’iconico The Vertiginous Thrill of Exactitude, Philippe Kratz riprende il trio da SENTieri, debuttano alla Scala Kryzysztof Pastor, David Dawson, Patrick de Bana, Natalia Horecna, Simone Valastro. Una cinquina di autori tutti da scoprire.