Il 7 marzo 1991 decine di migliaia di albanesi arrivarono a Brindisi a bordo di vecchie e stracolme imbarcazioni, stremati e bisognosi di tutto. I brindisini aprirono le porte di case, chiese, scuole, sedi di partiti e sindacati, insomma diedero una grande lezione di solidarietà.

«Ancora oggi molti albanesi sbarcati in quei giorni vivono nella nostra città, divenuti a pieno titolo suoi cittadini e partecipi della sua vita sociale e produttiva», ricorda il Comitato Migranti e Mediterraneo di Brindisi, che per domani, a 25 anni da quello sbarco, organizza un incontro-assemblea pubblica (piazza Vittoria, ore 17.30) con migranti, artisti, volontari, uomini e donne della città di Brindisi impegnati nell’accoglienza». Sarà l’occasione per «ricordare i giorni del marzo 91, ma anche la tragedia della Kater I rades , nel Venerdì Santo del 1997 e le successive stragi in mare».

Le associazioni riunite nel Comitato chiedono che «muri e fili spinati vengano abbattuti e sia riconosciuto il diritto all’asilo per i profughi, anche attraverso la creazione di corridoi umanitari. In quest’opera riteniamo che la Puglia e la stessa Brindisi possano avere un ruolo importante».