È morto di caldo, ma è stato ucciso dal lavoro Camara Fantamadi. Aveva 27 anni, era nato in Mali e residente a Eboli. Tornava a casa dopo una lunga giornata nei campi del brindisino, dove era arrivato tre giorni prima. Intorno alle 18 di giovedì è stato colpito da un malore mentre percorreva in bicicletta la strada provinciale che collega Tuturano a Brindisi.

Un uomo lo ha visto accasciarsi a bordo della strada e ha chiamato i soccorsi ma non c’è stato nulla da fare. Secondo le prime ricostruzioni il ragazzo aveva lavorato nei campi per molte ore, con temperature che hanno raggiunto i 40 gradi.

La tragica storia di Fantamadi ricorda quella di Paola Clemente che il 13 giugno 2015, a 49 anni, fu stroncata da un infarto mentre lavorava sotto il sole e il caldo torrido nelle campagne del barese. Il titolare dell’azienda che la occupava in condizioni durissime e con un contratto di somministrazione è stato poi rinviato a giudizio anche per omicidio colposo.

«Ogni anno eventi così tragici si ripetono, come se la vita dei lavoratori e delle lavoratrici possa valer meno del raccolto e del profitto. Una barbarie che deve finire», hanno commentato Pino Gesmundo e Antonio Gagliardi, segretari generali di Cgil Puglia e Flai Cgil Puglia.

«Chiediamo alla politica di astenersi dalle consuete dichiarazioni di circostanza ma di rimediare con celerità al dramma della filiera agroalimentare, introducendo la ‘Patente del cibo’, al fine di garantire diritti e dignità a tutte le lavoratrici e i lavoratori della terra», ha dichiarato Aboubakar Soumahoro, della Lega dei braccianti.

Intanto ieri il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi (centrosinistra) ha emesso un’ordinanza che fino al 31 agosto vieta il lavoro nei campi dalle 12 alle 16 ogni volta che la mappa del rischio dell’Inail indicherà «rischio alto» nel territorio.