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Brigitte Bierlein la prima cancelliera austriaca, ma a tempo

Brigitte Bierlein la prima cancelliera austriaca, ma a tempoBrigitte Bierlein

Il dopo Kurz Lascerà la presidenza della Corte costituzionale per guidare il governo di transizione che rimarrà in carica fino alle elezioni anticipate previste per settembre prossimo

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 31 maggio 2019

Che sorpresa, per la prima volta una donna cancelliera in Austria, anche se a tempo. Sarà Brigitte Bierlein presidente della Corte costituzionale dal 2017, già in quel ruolo era stata una pioniera in un bastione di uomini, funzione che adesso lascia. Ieri ha ricevuto l’incarico dal presidente della repubblica Alexander van der Bellen di formare il governo di transizione che rimarrà in carica fino alle elezioni anticipate previste per settembre prossimo.

Sessantanove anni, di orientamento politico conservatore, i suoi critici la considerano reazionaria, una fama non lontana da law and order, ma è anche descritta come una capace di creare consenso e armonia. Bierlein si è espressa pubblicamente contro l’arresto preventivo del ministro degli interni ideologo della Fpoe Herbert Kickl, estromesso dal governo due settimane fa in seguito all’Ibiza gate. Scettica anche sulle leggi di divieto del velo islamico. In un recente convegno internazionale di giuristi si è detta preoccupata della situazione di paesi come l’Ungheria – il modello dellla Fpoe di Strache ma a fasi alterne anche di Kurz – e la Polonia insistendo sulla necessità di difesa della democrazia. Tutti i partiti si sono dichiarati d’accordo sul suo nome.

Appena incaricata della formazione del governo, Bierlein ha proposto subito i primi ministri, considerati già sicuri. Un altro giurista pezzo da 90 come vicecancelliere e ministro della giustizia, Clemens Jabloner già presidente della Corte di Cassazione. Da sempre orientato a sinistra, di area socialdemocratica, Jabloner, professore universitario emerito ora in pensione e considerato il massimo giurista austriaco, è stato anche presidente della Commissione di storici della repubblica che indagava sui «patrimoni sottratti» durante il periodo nazista. Ministro degli esteri di transizione sarà Alexander Schallenberg, già intimo di Sebastian Kurz, consulente di vari ministri degli esteri in passato. Viene descritto come cosmopolita grande conoscitore della politica europea. La presentazione degli altri ministri è prevista all’inizio della settimana prossima.

«Abbiamo cercato una persona di ampie conoscenze dalla quale potersi aspettare un rapporto corretto con la costituzione» ha detto Alexander van der Bellen della neocancelliera. Il ruolo del presidente, excapogruppo dei Verdi, equilibrato e riflessivo viene universalmente lodato, sarebbe stato difficile gestire la crisi con uno come Norbert Hofer della Fpoe, battuto al ballottaggio delle presidenziali nel 2016.

Finita la coalizione tra i popolari (Oevp) e l’estrema destra della Fpoe, dopo l’Ibiza gate, era caduto il governo. Per la transizione Kurz aveva sostituito i ministri Fpoe, ma rimasto a quel punto senza maggioranza lunedì scorso, all’indomani delle europee, il parlamento austriaco gli ha votato la sfiducia, così il governo Kurz ha dovuto lasciare anche per la transizione.

«Tutto deve cambiare, quando se non ora» hanno scandito ieri al Ballhausplatz, sede del governo, migliaia di manifestanti che ogni giovedì, ieri era il trentaduesimo, protestano dall’autunno scorso contro il governo, autoconvocati.

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