Il ministro degli esteri britannico Boris Johnson alza la voce a mezzo stampa e con un’intervista dai toni infuocati al Daily Telegraph, manda a dire a Bruxelles che potrebbe essere l’Unione europea a dover pagare il conto per la Brexit: «Ci sono beni europei, ora non voglio entrare troppo in dettaglio nei negoziati, ma ci sono beni in cui la Gran Bretagna ha quote e ha pagato per lungo tempo. Ci sarà la necessità di valutare il valore di questi beni».

L’Europa vuole dissanguare il Regno Unito, accusa Johnson. Secondo i calcoli del Financial Times, riportati nell’intervista, Londra potrebbe dover sborsare fino a 100 miliardi di euro per il divorzio dall’Europa. «Il conto che ci è stato presentato dalla Ue è assurdo, così è succhiare il sangue», tuona il ministro ed ex sindaco di Londra, che minaccia di lasciare il tavolo del negoziato «senza pagare un penny» denunciando le «tecniche brutali di negoziato da parte di Bruxelles». A dimostrarlo, sostiene Johnson, sono state le «vergognose» notizie fatte filtrare dall’incontro a Downing Street tra il primo ministro Theresa May, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il negoziatore Brexit Michel Barnier. «Juncker pensa che l’Ue sia l’Hotel California, dove si può fare il check out ma senza poter mai riuscire ad andarsene. Si sbaglia», ruggisce Johnson citando il brano degli Eagles.

Secondo i calcoli del Telegraph, quotidiano schierato durante il referendum per il Leave, il Regno Unito avrebbe il diritto a un rimborso di 9 miliardi di sterline (10,6 miliardi di euro) dalla Banca europea di investimenti (Bei) e di altri 14 miliardi di sterline, in liquidità e beni immobiliari.