La Gran Bretagna esce dall’Unione europea. Oltre 17,4 milioni di sudditi di sua maestà (51,89%) hanno votato a favore del Brexit.

Remain: 16.141.241 (48.11%) 

Leave: 17.410.742 (51.89%)

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Affluenza molto alta al referendum (72,2%), che dopo i conteggi della notte ha consegnato un verdetto storico, che ora quasi sicuramente scatenerà un effetto domino per tutto il continente. Diverse forze anti-europeiste infatti hanno già chiesto il referendum sull’Unione.

  • Sterlina ai minimi storici, crollo delle borse mondiali.
  • La Banca d’Inghilterra assicura che prenderà “tutti i passi necessari per la stabilità finanziaria e monetaria”, il governatore ha annunciato che metterà immediatamente a disposizione del sistema bancario linee di finanziamento extra per altri 250 miliardi di sterline.
  • Il leader dell’Ukip, Nigel Farage, ha chiesto le dimissioni del premier David Cameron: “E’ il nostro giorno dell’indipendenza, una vittoria della gente vera, una vittoria della gente ordinaria, una vittoria della gente per bene”.
  • Preoccupazioni anche per la tenuta del Regno Unito, visto che Scozia e Irlanda del Nord hanno votato massicciamente a favore dell’adesione all’Europa. Lo Scottish National Party (Snp) si prepara in ogni caso a chiedere a Westminster di partecipare al negoziato tra Regno Unito e Ue per il ritiro. E’ altamente probabile che contestualmente sarà richiesta la possibilità di un secondo referendum limitato alla sola Scozia sulla permanenza o no nell’Ue a differenza del Regno Unito.
  • Alex Salmond (Snp): “L’esito del referendum cambia completamente tutto il contesto dell’indipendenza scozzese.
  • Secondo i trattati l’uscita di Londra andrà ora negoziata con l’Ue ma la trattativa e l’uscita definitiva dovrebbe concludersi entro due anni (salvo proroghe).
  • Critiche all’interno del Labour anche per il leader Jeremy Corbyn, a favore del Remain. Il Guardian parla di manovre rapidissime dietro le quinte per votare la sfiducia al segretario e costringerlo alle dimissioni.
  • L’ex commissario Ue e ministro ombra del Labour Pete Mandelson è il primo ad accusare apertamente Jeremy Corbyn di essere rimasto “muto” e di aver mandato “messaggi confusi” al popolo britannico riguardo all’Ue: “Penso che il Labour è alla deriva, senza una mappa, una bussola e senza una voce forte”.
  • Previste per la mattinata riunioni in tutte le cancellerie del mondo.
  • Rinviata a data da destinarsi la direzione del Partito democratico che era stata convocata per oggi dopo la sconfitta alle elezioni comunali.
  • Si è tenuta questa mattina presso la Sala Situazioni della Presidenza del Consiglio una riunione convocata da Matteo Renzi. Alla riunione hanno partecipato il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il Ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Marco Minniti (servizi segreti) e il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.
  • Alle 11.30 conferenza stampa a Parigi di Marine Le Pen (in Francia le presidenziali si terranno l’anno prossimo). La leader del Fronte Nazionale ha già chiesto l’indizione di un identico referendum in Francia e  in tutti i paesi Ue che lo vorranno.
  • Il premier belga Charles Michel ha chiesto la convocazione immediata di un vertice europeo senza la presenza inglese.
  • Le tre istituzioni che guidano l’Europa (il premier olandese Rutte come presidente di turno, Juncker per la Commissione, Tusk per il Consiglio) si riuniranno oggi alle 10.30.
  • Convocato nel pomeriggio in Lussemburgo un vertice di tutti i ministri degli Esteri europei.
  • Nel suo discorso alla nazione, in diretta televisiva (alle 9.20 ora italiana, le 8,20 a Londra), il premier David Cameron ha detto che Galles, Scozia e Irlanda del Nord saranno coinvolte nei negoziati con Bruxelles.
  • Cameron si dimette da primo ministro e affida al congresso del Partito Conservatore di ottobre la scelta di individuare il suo successore, continuerà a governare per i prossimi tre mesi.
  • Non azionerà lui, fino ad allora, l’articolo 50 del trattato di Lisbona che dà l’avvio formale al processo di uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Non sarà, dunque, il primo ministro che gestirà la Brexit.

https://soundcloud.com/guardianpoliticsweekly/prime-minister-david-camerons-statement-on-brexit

  • Si svolgerà domani, sabato, a Berlino la riunione dei 6 stati fondatori dell’Ue. Lo ha confermato questa mattina il ministro degli Esteri tedesco Frank Walter Steinmeier. Alla riunione “sulle attuali questioni europee” parteciperanno i capi della diplomazia italiana Paolo Gentiloni, francese Jean-Marc Ayrault, belga Didier Reynders, lussemburghese Iean Asselborn e l’olandese Bert Koenders.
  • Il video con le prime dichiarazioni del Governatore della Banca d’Inghilterra mark Carney
  • Angela Merkel incontra dirigenti della Cdu e membri del governo alle 11.30 a Berlino.
  • Atterrando in Scozia per una visita privata a un suo campo da golf (Turnberry Resort), il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati uniti Donald Trump ha detto che “è una gran cosa” per il popolo britannico essersi “ripreso il proprio paese”.
Donald Trump in Scozia - foto Pa
Donald Trump in Scozia – foto Pa

 

  • I capigruppo del Parlamento europeo hanno deciso di convocare per martedì prossimo una sessione plenaria straordinaria dell’europarlamento per discutere l’esito del referendum britannico.
  • Questione Gibilterra (che ha votato per la permanenza nell’Ue): Madrid propone a Londra una gestione congiunta del territorio dopo la sua restituzione alla Spagna (link qui).
  • Grafico della sterlina sul dollaro:
  • La prima pagina dell’edizione week-end di Le Monde

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  • Mario Monti a Rainews: “Con il suo gioco spregiudicato e cinico Cameron è riuscito a distruggere il suo paese e l’Europa. E forse, visto il risultato scozzese, porterà alla disgregazione anche il Regno Unito”.
  • L’ex sindaco di Londra Boris Johnson e potenziale prossimo primo ministro, leader del fronte del Leave lascia la sua casa tra i buh e i fischi della folla:
  • Marine Le Pen insiste per un referendum sull’Unione europea anche in Francia: “Uscire dall’Ue ora è possibile”.
  • Jeremy Corbyn annuncia che non si dimetterà dopo i risultati. Secondo il segretario laburista, il Leave è il frutto della rabbia delle troppe comunità marginalizzate dal governo di Londra e delle politiche di austerità attuate dai conservatori. “Il risultato popolare va rispettato, il governo deve attivare l’articolo 50 per l’uscita dall’Ue” (Cameron ha detto che lascerà questo compito al prossimo primo ministro, ndr).
  • Diametralmente opposta la visione dell’ex primo ministro laburista Tony Blair, che difende le politiche attuate dai suoi governi nelle aree inglesi popolari e operaie in cui il Labour è tradizionalmente forte (che hanno votato per la Brexit, ndr) e attacca Corbyn per una campagna elettorale ondivaga e poco aggressiva a favore del Remain.
  • Pablo Iglesias, Podemos, parla di “giorno triste per l’Europa. Va cambiata, perché da un’Europa giusta e solidale nessuno vorrebbe andarsene. Cambieremo l’Europa”.
  • Il vice primo ministro dell’Irlanda del Nord Martin McGuinness, Sinn Fein, ha chiesto un referendum che si pronunci sul futuro dell’Ulster nel Regno Unito, affermando che Londra non ha più alcun titolo a rappresentare l’Irlanda del Nord.
  • Elmar Brok, europarlamentare tedesco della Cdu e segretario della commissione Esteri del Parlamento europeo, ha detto al Guardian che chiederà a Juncker di licenziare il commissario britannico ai servizi finanziari Jonathan Hill e di affidargli un incarico senza portafoglio: “Dovremo negoziare il divorzio come si fa nella vita reale, come se la Gran Bretagna fosse un paese terzo e non uno stato membro. Se i britannici vogliono lo stesso status di Svizzera o Norvegia dovranno contribuire ai fondi strutturali proprio come fanno questi paesi. L’opinione pubblica britannica scoprirà cosa significa”.
  • Il primo ministro del Galles, Carwyn Jones, ha detto in conferenza stampa che il Galles vuole sedersi al tavolo negoziale con l’Unione europea e non ha nascosto la sua preoccupazione per il futuro del Regno Unito e dei posti di lavoro in un’area già fortemente depressa. Ha annunciato inoltre che chiederà a Westminster la rinegoziazione della formula con cui vengono devoluti i finanziamenti al Galles.

Dichiarazione congiunta delle istituzioni europee

BRUSSELS, June 24 (Reuters) – Joint statement by Donald Tusk, President of the European Council, Martin Schulz, President of the European Parliament, Mark Rutte, holder of the rotating Presidency of the Council of the EU, and Jean-Claude Juncker, President of the European Commission, on the outcome of the United Kingdom referendum

“President Tusk, President Schulz and Prime Minister Rutte met this morning in Brussels upon the invitation of European Commission President Juncker. They discussed the outcome of theUnited Kingdom referendum and made the following joint statement:

“In a free and democratic process, the British people have expressed their wish to leave the European Union. We regret this decision but respect it.

This is an unprecedented situation but we are united in our response. We will stand strong and uphold the EU’s core values of promoting peace and the well-being of its peoples. The Union of 27 Member States will continue. The Union is the framework of our common political future. We are bound together by history, geography and common interests and will develop our cooperation on this basis. Together we will address our common challenge to generate growth, increase prosperity and ensure a safe and secure environment for our citizens. The institutions will play their full role in this endeavour.

[do action=”citazione”]We now expect the United Kingdom government to give effect to this decision of the British people as soon as possible, however painful that process may be.[/do]

Any delay would necessarily prolong uncertainty. We have rules to deal with this in an orderly way. Article 50 of the Treaty on European Union sets out the procedure to be followed if a Member State decides to leave the European Union.

We stand ready to launch negotiations swiftly with the United Kingdomregarding the terms and conditions of its withdrawal from the European Union.

Until this process of negotiations is over, the United Kingdom remains a member of the European Union, with all the rights and obligations that derive from this. According to the Treaties which the United Kingdom has ratified, EU law continues to apply to the full to and in the United Kingdom until it is no longer a Member.

As agreed, the “New Settlement for the United Kingdom within the European Union”, reached at the European Council on 18-19 February 2016, will now not take effect and ceases to exist. There will be no renegotiation.

As regards the United Kingdom, we hope to have it as a close partner of the European Union also in the future.

We expect the United Kingdom to formulate its proposals in this respect. Any agreement, which will be concluded with the United Kingdom as a third country, will have to reflect the interests of both sides and be balanced in terms of rights and obligations.”

La nostra diretta finisce qui. Continuate a seguirci sul sito e sul giornale di domani (m. ba.)