Marocco, condanne confermate per gli attivisti del Rif

Venerdì la corte di appello di Casablanca ha confermato le condanne fino a 20 anni di prigione per 40 manifestanti della regione del Rif, scesa in piazza dal 2016 contro emarginazione economica e violenze di Stato. Fuori dal tribunale si è riaccesa la protesta del movimento nato nell’ottobre 2016, al-Hirak, il cui leader Nasser Zefzafi è tra i condannati a 20 anni. «Questo processo è stato ingiusto fin dal principio», ha detto l’avvocato Brahma.

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Sudan, la protesta anti-Bashir arriva a casa dell’esercito

In migliaia hanno marciato ieri a Khartoum, sfidando lo stato di emergenza come avviene dal 19 dicembre: nel 34esimo anniversario dalla sollevazione che cacciò il presidente Nimeiri, la marcia al grido di «pace, giustizia, libertà» per la prima volta ha raggiunto il quartier generale dell’esercito, accanto alla residenza del presidente Bashir. La polizia ha arrestato dei manifestanti e disperso la marcia con i gas lacrimogeni.

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Tunisia, Essebsi non si ricandida e richiama Chahed

All’apertura del Congresso di Nidaa Tounes, il partito laico fondato nel 2012, il presidente tunisino Beji Caid Essebsi ha annunciato che non si presenterà alle presidenziali del prossimo novembre: «Il paese ha bisogno di cambiamenti. È necessario fare spazio ai giovani». Ha poi chiesto al partito di riammettere il primo ministro Youssef Chahed, cacciato a settembre dopo screzi con il figlio di Essebsi.

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Somalia, gli Usa ammettono ma solo un po’: uccisi 2 civili

Dopo le denunce di Amnesty su vittime civili dei raid aerei Usa in Somalia contro il gruppo qaedista al-Shaabab, ieri Africom (il comando Usa in Africa) ha ammesso l’uccisione di due civili in un bombardamento a El But nel 2018. «Caso isolato», aggiunge Washington. Diversa la versione delle associazioni per i diritti umani, secondo cui tra il 2017 e il 2018 sono morti almeno 14 civili. Ma il bilancio sarebbe molto più alto.