Manifestazioni e arresti in Etiopia

A oltre un mese dalle dimissioni del premier Hailemariam Desalegn «per portare avanti le riforme che condurranno alla pace e alla democrazia», in Etiopia chi manifesta per la liberazione dei prigionieri politici ha ancora buone probabilità di diventare egli stesso prigioniero politico. Durante una protesta ieri a Addis Abeba sono stati arrestati tra gli altri il leader del partito Unità per la democrazia e la giustizia (Udj), Andualem Aragie, i giornalisti Eskinder Nega e Temesgen Desalegn e i blogger Befeqadu Hailu e Zelalem Workagegnehu. Avrebbero tutti mostrato la bandiera etiope senza il cerchio blu con il simbolo del Fronte democratico rivoluzionario popolare d’Etiopia (Eprdf), la coalizione al potere. Che ieri è tornata a riunire il suo massimo organo consultivo per individuare un successore di Desalegn.

In Sierra Leone via libera al ballottaggio

L’Alta corte della Sierra Leone ha respinto ieri la richiesta del Congresso di tutto il popolo (Apc), il partito al potere, di rinviare il secondo turno delle elezioni presidenziali, che si terrà quindi oggi come previsto. Sabato scorso la stessa Alta corte aveva sospeso in via provvisoria il voto dopo che l’Apc aveva denunciato brogli nel corso del primo turno, lo scorso 7 marzo, vinto a sorpresa dal candidato dell’opposizione Julius Maada Bio.

Angola, nei guai il figlio di dos Santos

José Filomeno dos Santos, figlio dell’ex presidente angolano José Eduardo dos Santos, è stato incriminato con l’accusa di frode. L’ex presidente del Fondo sovrano nazionale che gestisce i proventi del petrolio, rimosso in gennaio dal nuovo presidente Joao Lourenço, è indagato per una transazione sospetta da 500 milioni di dollari. Lo scorso anno anche la figlia dell’ex presidente (38 anni al potere), la miliardaria Isabel dos Santos, era stata rimossa dalla presidenza della compagnia petrolifera statale Sonangol.