All’Ungheria ora servono migranti

Manca la manodopera, a causa del calo demografico e dell’emorragia di espatriati all’estero, e l’Ungheria del populista di destra Viktor Orbán corre ai ripari: nonostante la propaganda anti-immigrati continui a gonfie vele, in sordina il paese sta accogliendo sempre più lavoratori stranieri per colmare la lacuna. I dettagli li ha forniti l’Istituto centrale di statistica ungherese «Ksh»: i permessi di lavoro accordati a lavoratori stranieri fino ad agosto sono già saliti a quota 49.699 mentre in tutto l’anno scorso erano stati solo circa 61 mila. Nei primi otto mesi dell’anno si è già arrivati dunque ad oltre l’80% dell’intero 2018. Arrivano per lo più indiani, vietnamiti, cinesi, mongoli, ma anche ucraini e romeni per lavorare nell’agricoltura, ma anche nell’industria.

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Voto in Tunisia, il confronto tv si fa in carcere

Il canale pubblico tunisino si prepara a organizzare il dibattito pre-ballottaggio in carcere per permettere a Nabil Karoui di partecipare in vista del voto presidenziale che si terrà, con tutta probabilità, il 13 ottobre. «Se i tribunali non permettono al candidato Nabil Karoui di partecipare a questo dibattito televisivo fuori dal carcere, siamo pronti a farlo all’interno del carcere», ha detto Mohamed Lassad Dahech, amministratore delegato della tv nazionale. Al momento, però, manca il via libera delle autorità giudiziarie e il consenso dello sfidante ultraconservatore Kais Saied che si è detto «a disagio» per la permanenza in carcere di Karoui, magnate delle telecomunicazioni arrestato per riciclaggio ed evasione fiscale.

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Tregua in Yemen accettata dai Saud ma solo in 4 zone

Cessate il fuoco parziale in Yemen da parte saudita in risposta alla mossa Houthi di dichiarare unilateralmente il cessate il fuoco una settimana fa. Lo rende noto il Wall Street Journal che specifica come la tregua interesserà solo quattro aree, tra cui Sana’a, la capitale yemenita che i ribelli controllano dal 2014. Secondo il giornale Usa, nei giorni successivi agli attacchi agli stabilimenti petroliferi sauditi di Abqait e Khurais, si è allargata una spaccatura interna agli Houthi tra chi vuole prendere le distanze da Teheran e chi rafforzare i legami con l’Iran.

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L’Iran rilascia il cargo britannico

La petroliera britannica Stena Impero lascia l’Iran. Era stata sequestrata da Teheran il 19 luglio scorso per «violazione delle leggi marittime internazionali». Sette membri dell’equipaggio erano già stati rilasciati. La nave è ora diretta a Dubai.