Ysk: a Istanbul voti da ricontare. Ma solo in 8 distretti

Ieri la commissione elettorale turca, la Ysk, accettando in parte il ricorso del partito del presidente Erdogan, l’Akp, ha ordinato il riconteggio dei voti delle amministrative di domenica scorsa in 8 dei 39 distretti di Istanbul. Al momento i dati ufficiali assegnano la vittoria al candidato del Chp, Ekrem Imamoglu, con il 48,79% contro il 48,51% dell’ex primo ministro e candidato dell’Akp, Binali Yildirim. L’opposizione aveva tentato di bloccare il riconteggio con un contro-ricorso, senza successo.

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Cisgiordania, colono spara: ucciso palestinese

Il checkpoint di Huwara, a Nablus, è considerato dai palestinesi tra i più letali: tantissimi gli omicidi extragiudiziali compiuti dall’esercito israeliano. Mercoledì, però, a sparare è stato un colono, Joshua Sherman, membro del gruppo di destra Union of Right-wing Parties. Secondo la sua versione, un palestinese avrebbe tentato di accoltellarlo mentre era alla guida della sua auto. L’Anp di Abu Mazen ha però chiesto l’apertura di un’inchiesta e la visione delle telecamere di sicurezza: il palestinese, Mohammad Abdul-Fattah di 23 anni, è sceso dal suo camion perché l’auto del colono gli bloccava la strada; camminava quando è stato ucciso.

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Brunei, entrata in vigore la pena di morte per i gay

Annunciata la scorsa settimana, è entrata in vigore ieri la nuova legge voluta dal sultano del Brunei e che introduce la pena di morte per lapidazione per omosessualità (maschile, le donne saranno punite con la prigione), stupro e adulterio. Nel presentarla ieri il sultano Hassanal Bolkiah ha detto di voler rafforzare «gli insegnamenti islamici». L’omosessualità era già illegale, ma era fino a ieri punita con 10 anni di carcere.

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Libia, Haftar lancia i suoi militari verso la Tripoli di Sarraj

Ieri il generale libico Haftar, capo dell’Esercito di stanza in Cirenaica, ha annunciato l’avvio di una campagna militare verso ovest, la Tripolitania, con l’obiettivo di «ripulirla dai gruppi terroristici»: «Le unità dell’esercito si stanno muovendo verso occidente», dice la nota mentre online apparivano foto di veicoli militari in marcia. Forte la preoccupazione nella Tripoli del premier Serraj che teme un colpo di mano del rivale.