Si apre a Istanbul il processo ai killer di Khashoggi

Si aprirà oggi a Istanbul alle 10 ora locale il processo in contumacia ai sospetti responsabili dell’uccisione del giornalista saudita Jamal Khashoggi, scomparso nel consolato di Riyadh in Turchia nell’ottobre 2018. Sono 20 i funzionari sauditi alla sbarra, almeno virtualmente, tra cui Ahmed al-Assiri e Saud al-Qahtani, due bracci destri del principe ereditario Mohammed bin Salman. Secondo l’accusa il giornalista fu ucciso nel consolato e il suo corpo fatto a pezzi e mai ritrovato.

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In rotta con Ankara Parigi si ritira dalla missione Nato

La Francia si ritira temporaneamente dalla missione della Nato «Sea Guardian» nel Mediterraneo dopo lo scontro dello scorso 10 giugno tra la Marina turca e quella francese, quando la fregata Courbet, nel tentativo di avvicinarsi a una nave battente bandiera della Tanzania, è stata per tre volte “illuminata” da un radar turco. L’imbarcazione civile che Parigi intendeva controllare era sospettata di portare armi ed era scortata da navi da guerra turca.

Una possibile violazione dell’embargo che vige sul traffico di armi in Libia e che Ankara viola da tempo, impedendo anche alla missione europea Irini di verificare. A monte della decisione di Macron sta il protagonismo turco – e russo – in Libia che ha negli ultimi mesi allontanato la Francia dal dossier libico.

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Oleodotto in Canada, rigettato l’appello green

Ieri la Corte suprema canadese ha rigettato l’appello contro l’ampliamento dell’oleodotto Trans Mountain, presentato dai popoli nativi, Sqamish, Tseil-Waututh e la tribù Ts’elxweyeqw. Si apre così la strada a un’espansione da parte del governo di Ottawa che triplicherà la portata della conduttura dall’Alberta al Pacifico, fino a 890mila barili al giorno.

Il progetto ha creato un enorme dibattito in Canada a causa degli sversamenti avvenuti in 67 anni di attività, dannonissimi per l’ambiente. Per frenare l’iniziativa indigena il governo Trudeau aveva promesso, in cambio, di ridurre le emissioni di gas serra e di migliorare i rapporti federali con le comunità indigene.

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Hong Kong, il Congresso Usa sanziona la Cina

Dopo la Camera, anche il Senato Usa ha votato all’unanimità nuove sanzioni contro la Cina, in risposta alla legge sulla sicurezza che di fatto pone fine all’autonomia di Hong Kong. Penalizzate le banche che fanno affari con Pechino. Il provvedimento è ora al vaglio del presidente Trump per la firma.