Siria, 27 civili in mano all’Isis: 16 sono bambini

A un mese dal feroce attacco che lo Stato islamico ha sferrato contro la città drusa di As-Suwayda, nella Siria del sud, almeno 27 civili sono ancora ostaggio dei miliziani. Tra loro, denuncia Human Rights Watch, 16 bambini tra i 7 e i 15 anni. Il 25 luglio l’Isis prese d’assalto la zona (rimasta ai margini della guerra siriana) con una serie di attentati suicidi. Una strage: quasi 250 uccisi, di cui buona parte civili.

L’intervento dell’esercito siriano aveva costretto i miliziani islamisti alla fuga. Con loro si erano però portati decine di ostaggi, da usare in vista di un negoziato con Damasco: lo Stato islamico è ancora presente nel paese, a sud e a est, lungo il confine con l’Iraq, sotto la crescente pressione dell’avanzata governativa (oltre a quella curda a nord-est). La sorte di due soli ostaggi sarebbe stata resa nota: un giovane di 19 anni sarebbe stato decapitato, una donna di 65 è morta di cause naturali.

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Trump sottrae 200 milioni ai palestinesi 

Nuove pressioni arrivano da Washington sul popolo palestinese, in vista della presentazione (annunciata da mesi ma sempre rinviata) del cosiddetto «Accordo del secolo» con Israele del presidente Trump. Dopo i tagli ai fondi Usa destinati all’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa, ora la Casa bianca annuncia il taglio di oltre 200 milioni di dollari destinati a progetti in Cisgiordania e a Gaza.

Fonti del Dipartimento di Stato si sono limitate a dire che i fondi saranno reindirizzati verso non meglio specificati progetti «altrove», perché «siano spesi in accordo con gli interessi nazionali Usa». La mossa non farà che ampliare la rottura tra l’Autorità nazionale palestinese e Washington, aperta dall’unilaterale riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele, compiuto da Trump il 6 dicembre scorso. Di certo aggraverà la situazione della Striscia di Gaza, negli ultimi mesi precipitata a causa della repressione israeliana contro la Marcia del Ritorno (decine di migliaia di feriti che affollano ospedali già al collasso) e del taglio dell’invio di carburante.

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Bassora protesta ancora: l’acqua è contaminata

Dopo settimane di proteste per i continui blackout elettrici, Bassora torna in piazza. Stavolta per l’acqua contaminata che ha già provocato 4mila ricoveri negli ospedali della città irachena. Le indagini del dipartimento per la salute hanno dimostrato che il 100% della rete idrica è contaminata da batteri. Per la popolazione, l’ennesimo esempio della corruzione politica e l’incapacità di fornire servizi.