In attesa del figlio, Snowden chiede la cittadinanza russa

Edward Snowden, l’analista americano che rivelò l’attività illegale di raccolta dati da parte della National security agency nel 2013 e che da allora, dopo un periodo a Hong Kong, vive in Russia, chiederà la cittadinanza russa. Lo ha annunciato su Twitter, specificando che «Dopo anni di separazione dai nostri genitori, io e mia moglie non abbiamo alcun desiderio di essere separati da nostro figlio. Ecco perché, in quest’era di pandemie e confini chiusi, chiediamo la doppia cittadinanza russo-statunitense».

«Lindsay e io – ha aggiunto – resteremo cittadini statunitensi, crescendo nostro figlio con tutti i valori degli Usa che amiamo, inclusa la libertà di affermare le proprie opinioni. E non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui potrò tornare negli Stati Uniti, così tutta la famiglia potrà essere riunita. Il nostro più grande desiderio è che, ovunque viva nostro figlio, si senta a casa».

Secondo i legali dell’ex analista la richiesta da parte della famiglia Snowden sarebbe motivata proprio dall’arrivo di un figlio, , che avrà la cittadinanza russa per nascita. «Ora sta raccogliendo i documenti», ha detto il suo legale.

Nel 2014 Snowden ha ottenuto da Vladimir Putin un permesso di residenza di tre anni che in seguito, secondo il suo avvocato, è stato trasformato in permesso permanente.

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Referendum flop: in Algeria vince il sì con i seggi deserti

Mai affluenza più bassa per un referendum costituzionale in Algeria. Per la nuova costituzione si sono presentati ai seggi in pochi: il 23,7% degli aventi diritto al voto, poco più di 5.5 milioni di persone. Il sì ha vinto con il 66,8%: l’Algeria ha una nuova carta ma di certo non è condivisa. A pesare sulla scarsissima affluenza (nel 2016 votò l’80% degli algerini) il boicottaggio di opposizioni e berberi in Cabilia e la consapevolezza che la carta sia piovuta dall’alto, senza coinvolgere la società civile e il movimento di protesta Hirak che ha cacciato Bouteflika.

Seggi deserti al referendum algerino del primo novembre 2020 (Foto Ap)

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Francia vs Turchia: l’ultradestra dei lupi grigi al bando

Lo ha annunciato ieri il ministro degli interni francese Darmanin: entro 48 ore Parigi potrebbe mettere al bando il gruppo ultranazionalista turco dei Lupi Grigi,dopo una serie di eventi in territorio francese (manifestazioni anti-armene e sfregi sul memoriale di Lione per il genocidio armeno). Noto, in Turchia, è il sostegno neppure troppo velato del gruppo alle politiche nazionalistiche di Erdogan, soprattutto in chiave anti-curda. Da cui la mossa francese, per infastidire l’attuale rivale.

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Voto in Tanzania, arrestato il leader dell’opposizione

Ieri il candidato delle opposizioni alla presidenza della Tanzania, Tundu Lussu, è stato arrestato mentre cercava protezione in sedi diplomatiche europee. Poco prima finivano in manette sette membri del suo partito, Chadema. Tutti accusati di aver organizzato le proteste di massa non autorizzate seguite al voto del 28 ottobre, vinto con l’84% dei consensi dal presidente in carica Magufuli, accusato di brogli. Il suo partito avrebbe ottenuto anche il 97% dei seggi in parlamento.