Lavrov a Di Maio: «Sulla Libia la Ue deve seguire l’Onu»

Ieri Villa Madama ha ospitato il 2+2 Esteri e Difesa Italia-Russia, vertice sulle crisi internazionali, a partire dalla Libia e dall’embargo costantemente violato: «La Russia comprende la legittimità delle cause che spingono l’Italia a riportare ordine» in Libia, ha detto il ministro russo Lavrov, ma «insiste che deve essere sacrosanto rispettare gli accordi e non intraprendere azioni che potrebbero essere viste come contraddittorie rispetto al Consiglio di Sicurezza Onu».

Richiamo ai paesi europei che sulla Libia si muovono in ordine sparso. Mosca non è esente da identica critica, sebbene Di Maio parli di impegno russo «per favorire l’atteggiamento costruttivo delle parti». Nelle stesse ore a Tripoli Yacoub el-Hillo, coordinatore umanitario Onu, definiva la Libia «il più grande teatro al mondo per i droni»: «Tutti hanno qualcosa che vola nei cieli libici».

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Usa, sondaggi dem: Sanders primo, ma spunta Bloomberg

Bernie Sanders è in testa: è il senatore del Vermont, secondo il nuovo sondaggio di Npr/Pbs, il democratico che potrebbe contendere la presidenza a Trump con un 31% di consenso nazionale, nove punti in più rispetto a dicembre. A tallonarlo non ci sono Elizabeth Warren o la sorpresa Pete Buttigieg: secondo con il 19% si piazza l’ex sindaco di New York, il miliardario Bloomberg. Un risultato che gli apre le porte oggi per il dibattito in Nevada, dove si vota sabato (per proseguire nelle primarie si deve ottenere almeno un delegato nei primi due caucus o quattro sondaggi nazionali che prevedono un consenso del 10%, limite già superato).

Tra Sanders e Bloomberg non corre buon sangue: il primo ha speso oltre 300 milioni di dollari per la campagna elettorale, il secondo lo accusa di volersi comprare la candidatura. Bloomberg ha ribattuto con un video in cui accusa i sostenitori di Bernie di attacchi contro gli avversari.

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Libano, muore manifestante: rabbia a Tripoli

Ahmed Tawfiq è morto ieri dopo mesi di agonia in un ospedale di Tripoli, in Libano: era stato ferito allo stomaco da una pallottola il 19 novembre durante le proteste anti-governative scoppiate nel paese dei Cedri il 17 ottobre. Nonostante le numerose operazioni chirurgiche a cui era stato sottoposto, ieri è deceduto diventando la seconda vittima della repressione di piazza, dopo Alaa Abu Fakhr ucciso a Khalde. Sul caso nessuno ammette responsabilità: tra gli accusati ci sono le forze di sicurezza e le guardie del corpo di un ex deputato. I manifestanti di Tripoli hanno reagito invocando per oggi «un giorno della rabbia».