Tripoli, scoppia la battaglia tra le milizie di Sarraj

Al momento è di quattro morti e diversi feriti il bilancio della faida scoppiata a Tripoli domenica sera e proseguita ieri. Responsabili sono due milizie, entrambe legate al governo di unità nazionale (Gna) del premier al-Sarraj che ha dichiarato lo stato di emergenza. Non è la prima volta che miliziani in qualche modo arruolati tra le truppe del Gna tentino di assumere il controllo di quartieri della capitale o si scontrino tra loro: a muoverli l’interesse a mantenere potere e influenza sia sul territorio che dentro il governo. I miliziani non hanno esitato a usare l’artiglieria pesante e a bloccare le strade nella zona sud della capitale con i carri armati, costringendo diverse famiglie alla fuga dalle proprie case.

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Colombia, lotta alla corruzione: la legge non passa

Il referendum contro la corruzione non ha superato lo sbarramento: la Colombia si è espressa domenica su sette misure proposte per arginare la corruzione che, secondo il supervisore generale uscente, Edgardo Maya, costa al paese 15 miliardi l’anno. Per passare il referendum doveva superare il quorum del 33%, sfiorato ma non raggiunto. Chi è andato alle urne, poco meno di 12 milioni di persone, ha però votato in massa – 99% – per il sì alla riduzione dello stipendio dei parlamentari, al carcere (invece degli arresti domiciliari) per i condannati, al limite di tre mandati per gli eletti sia a livello locale che a livello nazionale.

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Rinviato il vertice di Mosca su pace in Afghanistan

Mentre a Mosca l’ambasciatore afghano incontrava il viceministro degli Esteri russo Morgulov, in una telefonata il ministro Lavrov e il presidente afghano Ghani decidevano di rinviare a data da destinarsi la conferenza di pace prevista per il 4 settembre in Russia. Delle ragioni si sa poco: i russi parlano della necessità da parte di Kabul di «elaborare una posizione consolidata sulla questione». Di certo si sa che il governo afghano aveva rigettato l’invito russo chiedendo che il vertice si tenesse in Afghanistan, nell’idea di mantenere il controllo dei negoziati. Al tavolo Mosca aveva invitato 12 paesi (tra cui Cina, India e Pakistan, mentre gli Usa si erano auto-esclusi) oltre a rappresentanti dei talebani. La leadership del movimento islamista aveva accettato.

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Alta Corte: Israele curi i parenti di membri di Hamas

Lo ha stabilito ieri l’Alta Corte israeliana: cinque donne, familiari di membri di Hamas e gravemente malate, devono essere ammesse in Israele per curarsi. Finora Tel Aviv ne aveva bloccato la richiesta. Per la Corte il rigetto non ha alcuna base legale.