Oggi a Roma marcia per Ocalan

A 19 anni dall’arresto di Abdullah Ocalan da parte dei servizi segreti turchi, in contemporanea con la manifestazione di Strasburgo, a Roma si terrà oggi una marcia che ne chiede la liberazione. Partenza alle 14 da Piazza dell’Esquilino fino a Piazza Venezia.

Organizzata da Uiki, Comunità Curda in Italia e Rete Kurdistan Italia, vedrà la partecipazione dei Comuni di Napoli e Palermo, Arci, Fiom, movimenti No Tav e No Tap, Cobas, Flc Cgil, Giuristi Democratici e centinaia di altre organizzazioni e singoli.

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Giappone, con Abe stop ai migranti

Il revisionismo del premier Shinzo Abe è rinomato. E anche sui migranti non scherza. In nome di una sorta di «Il Giappone ai giapponesi», su 19.628 domande d’asilo ricevute nel 2017, le autorità ne hanno accettate solo 20. Tokyo si è difesa dalle critiche piovute dopo la pubblicazione di questi dati, sottolineando che, dopo la modifica alla legge nel 2010 che permette ai rifugiati di lavorare con un permesso in attesa della risposta sulla richiesta d’asilo, ha registrato un’impennata di domande.

Nel 2017 c’è stata una crescita dell’80% rispetto all’anno precedente, quando a fronte di 11mila richieste ne vennero accettate 28. Il Guardian, che ha dato risalto alla notizia, ha sottolineato la determinazione del governo: nel tentativo di ridurre il numero dei richiedenti asilo, Tokyo ha cominciato a limitare il diritto di lavorare solo a coloro che sono considerati autentici.

Quelli che vengono respinti al primo controllo o i «ripetenti» rischiano di restare rinchiusi in un centro di detenzione per immigrati fino a quando non scade il permesso di soggiorno giapponese. Secondo l’«Associazione giapponese per i rifugiati», il nuovo atteggiamento rientra in una strategia più ampia portata avanti dal premier conservatore Abe che già nel 2015 aveva affermato che bisognava migliorare le condizioni di vita del popolo giapponese, prima di accogliere altre persone.

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In Etiopia è «stato di emergenza»

All’indomani delle dimissioni del primo ministro Hailemariam Desalegn, il governo etiope ha decretato lo stato di emergenza con effetto immediato. Lo ha riportato la televisione pubblica. «Al termine di una riunione odierna del consiglio dei ministri, è stato decretato lo stato di emergenza a partire da adesso», ha dichiarato il presentatore del telegiornale della tv pubblica Ebc.

Il governo, confrontato ad un inedito movimento di protesta in 25 anni, aveva già instaurato lo stato di emergenza fra ottobre 2016 e agosto 2017.