Iraq «chiuso per ordine del popolo»: la protesta avanza

In Iraq è una sfida a chi blocca di più: il governo chiude internet e mette sotto coprifuoco Bassora, i manifestanti bloccano strade e ponti da Baghdad al sud. Di nuovo ieri la polizia ha aperto il fuoco sulle proteste popolari, altri tre uccisi tra Nassiriya e Umm Qasr (porto commerciale meridionale chiuso dai manifestanti da giovedì scorso) dopo i 5 di lunedì nella capitale. Supera così i 260 morti il bilancio totale dall’inizio di ottobre quando è cominciata la mobilitazione irachena contro settarismo, vertici politici e corruzione. E se il blocco di internet è «il peggiore» dal primo ottobre secondo l’ong NetBlocks, è quello popolare ad avere l’impatto più potente: le scuole, con gli insegnanti in sciopero, le strade, i ponti, gli uffici governativi a cui sono stati affissi gli avvisi «Chiuso per ordine del popolo».

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Siria, il 48% in più di attacchi dell’Isis grazie alla Turchia

Secondo il rapporto del Rojava Information Center, dall’inizio dell’offensiva turca contro il Rojava, il nord est siriano, gli attentati di cellule dell’Isis sono aumentati del 48% (38 attacchi in 21 giorni), mentre le azioni curde e della coalizione internazionale contro lo Stato islamico sono crollate del 75%. A monte la necessità delle unità di difesa curde e delle Forze democratiche siriane di impegnare le proprie forze contro l’invasione turca.

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Nove uccisi dai narcos in Messico, tra loro sei bimbi

Una strage: tre donne e sei bambini mormoni (due neonati) sono stati uccisi in un agguato nel nord del Messico. I sospetti ricadono sui cartelli di narcos attivi nella zona, La Línea e Los Chapos, ma il governo parla di «errore»: sarebbero finiti con le auto in mezzo a uno scontro a fuoco. Le vittime, cittadine Usa, sono membri della famiglia LeBaron, parte di una comunità di mormoni insediatasi in Messico nella prima metà del ’900.