Hong Kong, Carrie Lam si reca a Pechino «per una visita di servizio»

Secondo quanto comunicato dal governo cinese, la chief executive dell’ex colonia britannica Carrie Lam sarà a Pechino fino al 17 dicembre «per una visita di servizio». Il capo dell’esecutivo di Hong Kong dovrebbe riferire della situazione economica della città, alla luce dei recenti problemi – recessione e alta disoccupazione – la cui rilevanza è aumentata in concomitanza con le proteste che da giugno hanno sconvolto Hong Kong. è chiaro, però, che da questa visita ci si aspetta dei segnali politici da parte di Pechino specie per quanto riguarda le richieste dei manifestanti, soprattutto in relazione al suffragio universale.

Intanto nei giorni scorsi la polizia ha proceduto ad effettuare alcuni arresti (mentre a Taiwan continuano a rifugiarsi alcuni protagonisti dell’occupazione del Politecnico). Cinque persone sono state fermate con l’accusa di aver ucciso l’uomo rimasto vittima del lancio di un mattone durante le manifestazioni. Altri arresti sono stati fatti dopo il rinvenimento di materiale esplosivo.

Thailandia, prime proteste dal 2014

Thanathorn Juangroongruangkit, leader del partito di opposizione «Future Forward», ha chiamato alla mobilitazione per la «democrazia» i suoi sostenitori, dopo che il 20 novembre scorso è stato privato dello status di parlamentare, dopo la decisione della Corte Suprema di estrometterlo retroattivamente dalle elezioni di marzo.

Il leader politico è accusato di aver mantenuto il possesso di azioni di una società di media, V-Luck Media, dopo aver registrato la propria candidatura.
Quella di ieri è stata la prima manifestazione di protesta dalle elezioni di marzo, dopo le quali si è insediato un governo erede del precedente esecutivo militare, con l’ex capo della giunta Prayut Chan-O-Cha come primo ministro.

Afghanistan: attacco a Ghazni, morti 23 soldati

È stato rivendicato dai talebani l’attacco di ieri che ha provocato la morte di almeno 23 militari afghani, uccisi in nell’attentato avvenuto nel distretto di Qarabagh nella provincia di Ghazni. Lo ha confermato un membro del consiglio provinciale. L’attentato è avvenuto ieri sera nella zona di Waligi, nel distretto di Qarabagh. Dopo la strage, i talebani si sono anche impadroniti di vario equipaggiamento militare e automezzi, secondo quanto riferito da una fonte all’Ansa.
Il ministero della Difesa afghano – secondo l’agenzia di stampa italiana – sostiene che i soldati uccisi sarebbero nove, mentre i talebani che hanno rivendicato l’azione hanno parlato di 32 vittime. L’esercito locale è una istituzione recente che interessa solo alcune province. Vi vengono arruolate di norma ex militari con il compito di proteggere le loro aree. Ieri, intanto, l’inviato speciale degli Stati Uniti per l’Afghanistan, Zalmay Khalilzad, durante la sua visita ad Islamabad ha informato i funzionari del governo pakistano degli ultimi sviluppi nei colloqui di pace dei talebani. Lo si è appreso da una dichiarazione dell’ambasciata Usa in Pakistan.

Sudan, Bashir condannato a due anni di domiciliari

L’ex presidente sudanese Omar al Bashir è stato condannato a Khartum a due anni di arresti domiciliari per corruzione, pochi mesi dopo essere stato rimosso dall’esercito, dopo le proteste che avevano attraversato il paese. Bashir, 75 anni, è comparso per la prima volta davanti ai pubblici ministeri di Khartum lo scorso 16 giugno, quando è stato formalmente incriminato per corruzione e riciclaggio di denaro.