A Hong Kong iniziano le scuole: boicottate le lezioni per manifestare
Dopo il week end di scontri e nuove proteste nell’aeroporto internazionale di Hong Kong, ieri in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, migliaia di studenti universitari hanno manifestato dando il via a una nuova protesta, l’astensione dalle lezioni per due settimane.
Secondo il quotidiano dell’ex colonia britannica South China Morning Post, l’iniziativa più rilevante si sarebbe tenuta alla Chinese University (Cuhk), nel campus di Sha Tin, dove si sono radunati circa 30 mila studenti. Anche gli studenti medi hanno partecipato: una manifestazione di migliaia di persone ha dimostrato la loro intenzione di seguire l’iniziativa di protesta degli studenti universitari. Componente importante delle manifestazioni che da ormai tre mesi tengono la città in uno stato di tensione permanente, anche le rivendicazioni provenienti dalle scuole ricalcano quelle più generale del movimento.
Intanto la Cina insiste nella sua versione secondo la quale sarebbero all’opera forze straniere: l’Ufficio del commissario del ministero degli esteri cinese nella regione amministrativa speciale di Hong Kong ha respinto ieri alcune osservazioni di membri del Congresso federale degli Usa in merito agli scontri anti-governativi nella ex colonia britannica, e ha condannato fermamente la loro interferenza «negli affari interni della Cina».

Libia. Raid di Haftar, 4 feriti tra i pellegrini dell’Haji
Panico, decine svenimenti e quattro civili feriti tra i quali una donna, sabato notte all’aeroporto internazionale Mitiga, a Tripoli, colpito da un bombardamento aereo dell’aviazione di Haftar. Le bombe sono cadute attorno alle due di notte nel parcheggio vicino alla zona passeggeri, affollata dai pellegrini in partenza per la Mecca. E ieri la missione Unsmil, sollecitata dalle autorità di Tripoli, ha avviato un’ispezione. Nel frattempo tre compagnie aeree – Libyan Airlines, Afriqiya Airways e al Barq – hanno deciso di dirottare i voli sullo scalo di Misurata, il quale però risulta già abbastanza intasato.
Così va avanti la vita della popolazione nella capitale libica assediata dalla guerra che domani compirà 5 mesi e continua la sua routine di distruzione, oltre i mille miliziani morti, restando impantanata nei sobborghi meridionali. Ad Ein Zara, al centro dei combattimenti negli ultimi giorni, è andata distrutta la centrale elettrica, a Sirte da due settimane l’acqua è razionata e Tripoli tutta affonda nei rifiuti.
Ieri l’inviato speciale Onu Ghassam Salamé si è recato al Cairo – l’Egitto sostiene Haftar – per tentare di smuovere le acque in direzione di un cessate il fuoco di lungo periodo e della ripresa del dialogo tra le parti. Ma è il premier Serraj, rifornito di armi dalla Turchia, a ripetere con enfasi che non ha intenzione di trovare un accordo con il generale che ha lanciato l’offensiva su Tripoli lo scorso 4 aprile.

Guterres in Congo promette aiuti Onu contro l’Ebola
Indossava una maglietta blu con la scritta «J’ai vaincu Ebola», in mano il certificato di guarigione donatole dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres: Kavira, una giovane congolese sopravvissuta all’epidemia, insieme ad altri quattro, ieri ha incontrato Guterres che si trova nella Repubblica democratica del Congo, epicentro della crisi sanitaria, per sollecitare i partner internazionali a onorare la loro promessa di finanziamenti per aiutare il Paese africano a sconfiggere l’Ebola. Il capo dell’Onu ha espresso la sua ammirazione per il coraggio, la resilienza e l’impegno della comunità Mangina, comune rurale del Nord Kivu, epicentro della crisi sanitaria. Nelle ultime 10 settimane nella Repubblica democratica del Congo sono stati registrati in media 80 nuovi contagi settimanali da virus Ebola, per un totale di 3 mila casi dall’inizio della nuova epidemia nell’agosto 2018 (con 1998 morti e 893 persone guarite), anche se è la malaria, la principale causa di morte in Congo: uccide più di 48.000 persone ogni anno.

Burkina Faso: condannati i principali golpisti
Un tribunale militare del Burkina Faso ha condannato i due principali imputati per il tentato colpo di stato del 2015, Gilbert Dienderé e Djibril Bassolé, a 20 e a 10 anni di carcere. Capo di gabinetto e ministro dell’ex presidente Blaise Compaoré – mandante dell’assassinio di Thomas Sankara, ora contumace – sono condannati per tentato omicidio e attentato alla sicurezza dello stato e per alto tradimento . La procura per loro aveva chiesto l’ergastolo. Gli autori del fallito golpe avevano tentato di rovesciare il governo di transizione istituito dopo la caduta di Compaoré, nel 2014, ad opera di una rivolta popolare. Il fallito golpe per restaurare Compaoré provocò 14 morti e 270 feriti.

L’uragano Dorian sulla Florida
Il presidente Trump l’ha definito «un mostro», previsto con una potenza devastante mai vista in epoca moderna, ma l’uragano Dorian che si è abbattuto sulle Bahamas, nella notte è arrivato in Florida (Nella foto Afp, Cocoa Beach) depotenziato, da categoria 5 a 4, per proseguire poi verso la Carolina del Sud. Alle isole Bahamas è arrivato con tutta la sua forza e venti oltre i 250 chilometri orari, ha scoperchiato 13 mila case e bloccato gli aeroporti con oltre 1.130 voli cancellati e almeno una vittima: un bambino di 8 anni, annegato, mentre la sorellina è ancora dispersa. In Florida case di cura e ospedali sono stati evacuati.