Video-minaccia dell’esercito a Hong Kong

L’esercito cinese a Hong Kong ha diffuso ieri sul social Weibo un video di tre minuti che mostra soldati impegnati in una esercitazione «anti-sommossa» come un avvertimento ai dimostranti contrari alle estradizioni in Cina. Inizia con un soldato che grida «tutte le conseguenze sono a vostro rischio», poi carri armati, spari per strada, elicotteri e arresti di massa.

***

Usa-Iran, sanzioni a Zarif «infantili»

Dato che «implementa l’agenda spericolata del leader supremo dell’Iran ed è il principale portavoce del regime in tutto il mondo», come ha detto il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin, il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif da ieri non può «viaggiare o effettuare transazioni verso o attraverso gli Stati uniti». Le nuove sanzioni, minacciate da Trump tempo addietro, sono state definite frutto di «un comportamento infantile» da parte della Casa bianca: «Ogni giorno ripetono che vogliono il dialogo senza precondizioni e poi sanzionano il ministro degli Esteri…», ha detto Rohani alla tv di stato. «Rammarico» per la decisione statunitense è stato espresso anche dalla Commissione europea: «Da parte nostra – ha detto il suo portavoce Carlos Martin Ruiz de Gordejuela – continueremo a lavorare con Zarif».

***

Ebola, il Ruanda chiude il confine

Dopo un secondo decesso a Goma, città densamente popolata della Repubblica democratica del Congo, le autorità ruandesi hanno chiuso il vicino confine ieri, nel giorno del primo anniversario dell’epidemia di Ebola (oltre 1.800 decessi tra Ituri e Nord Kivu). Kinshasa ha «deplorato la decisione, contraria al parere dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla lotta al virus».

***

Mozambico, Frelimo e Renamo rifanno la pace

«Cessazione formale degli scontri tra le forze di difesa e di sicurezza del Mozambico e l’ala armata dell’opposizione». Quello firmato ieri a Gorongosa tra il presidente Filipe Nyusi e il leader della Resistenza nazionale mozambicana Ossufo Momade è il terzo accordo dall’Indipendenza del 1975 ed è parte di un «pacchetto di pace» più ampio che dovrebbe essere firmato il 6 agosto a Maputo.